L'ultraliberista è ufficialmente il 55esimo presidente argentino
BUENOS AIRES - L'ultraliberista Javier Milei ha giurato sulla Costituzione della Repubblica di fronte alle Camere riunite ed è diventato in questo modo il 55esimo presidente dell'Argentina, il decimo dal ritorno della democrazia nel 1983.
Milei ha ricevuto gli attributi di comando - la fascia celeste e bianca e il tradizionale bastone presidenziale - dal capo di Stato uscente, Alberto Fernandez, mentre dagli scranni della Camera dei Deputati si levava il grido «libertà, libertà».
«Inizia una nuova era»
«Si è concluso un periodo di decadenza e inizia un cammino di crescita e redenzione. L'elettorato ha espresso una volontà di cambiamento che non ha ritorno, comincia una nuova era, un'era di pace e prosperità» ha dichiarato Milei nel suo primo discorso, tenuto nella scalinata del Palazzo del Congresso e rivolto ai migliaia di sostenitori e cittadini riuniti nella omonima piazza antistante.
Un gesto inedito, quest'ultimo, nel protocollo delle cerimonie di insediamento presidenziale che tradizionalmente prevedevano il discorso del presidente di fronte alle camere riunite. Milei ha parlato agli argentini alla presenza dalle delegazioni straniere. Tra i presenti anche il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, con il quale Milei ha scambiato un caloroso abbraccio.
Riforme shock
Per l'Argentina «non c'è alternativa all'aggiustamento e non c'è alternativa allo shock», ha ribadito Milei. La popolazione è avvisata: «Non ci sono soldi» e il programma di riforme e stabilizzazione economica «avrà un impatto sul livello di attività, di inflazione e di povertà».
«Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l'ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l'Argentina. Abbiamo ricevuto la peggior eredità della storia», ha aggiunto.