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COREA DEL NORD22enne «giustiziato per aver ascoltato musica K-Pop»

28.06.24 - 14:37
Il ragazzo ha violato una legge nordcoreana adottata nel 2020 che vieta «l'ideologia e la cultura reazionaria».
AFP
Fonte ATS ANS
22enne «giustiziato per aver ascoltato musica K-Pop»
Il ragazzo ha violato una legge nordcoreana adottata nel 2020 che vieta «l'ideologia e la cultura reazionaria».

PYONGYANG - Un nordcoreano di 22 anni è stato giustiziato in pubblico per aver guardato e condiviso film e musica del Sud, a dimostrazione di quanto Pyongyang tema il soft power di Seul piuttosto che le sue armi. È il caso estremo segnalato dall'ultimo Rapporto 2024 sui diritti umani nordcoreani pubblicato dal ministero dell'Unificazione sudcoreano, basato sulle testimonianze raccolte di 649 disertori del Nord.

Nel dettaglio, il 22enne della provincia di South Hwanghae sarebbe stato giustiziato nel 2022 per aver ascoltato 70 canzoni K-Pop e visto tre film sudcoreani, facendoli anche circolare in violazione di una legge nordcoreana adottata nel 2020 che vieta «l'ideologia e la cultura reazionaria». Il rapporto descrive in modo dettagliato gli sforzi delle autorità nordcoreane per controllare il flusso di informazioni esterne, in particolare rivolte ai giovani.

Altri esempi di repressione includono punizioni per pratiche reazionarie come spose che indossano abiti bianchi e sposi che portano in braccio la sposa, perché considerate usanze sudcoreane. I telefoni cellulari sono spesso controllati anche per verificare l'ortografia dei nomi dei contatti, le espressioni e i termini gergali percepiti come di influenza sudcoreana, secondo il rapporto. Sebbene entrambe le Coree condividano la stessa lingua, sono emerse differenze dopo la divisione avvenuta alla fine della Guerra di Corea del 1950-53.

Il divieto del K-pop fa parte di una campagna per proteggere i nordcoreani dall'influenza «maligna» della cultura occidentale, iniziata sotto l'ex leader Kim Jong-il e intensificata sotto suo figlio Kim Jong-un. Nel 2022, Radio Free Asia, finanziata dal governo degli Stati Uniti, ha affermato che il regime stava reprimendo la moda e le acconciature «capitaliste», prendendo di mira jeans attillati e magliette con parole straniere, nonché capelli tinti o lunghi.

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