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ITALIASharon, accoltellata mentre guardava le stelle

01.09.24 - 11:34
L'assassino le si è avvicinato da dietro, le ha messo una mano sulla spalla e le ha detto: «Scusa per quello che sta per succedere».
Foto Imago
Sharon, accoltellata mentre guardava le stelle
L'assassino le si è avvicinato da dietro, le ha messo una mano sulla spalla e le ha detto: «Scusa per quello che sta per succedere».

TERNO D'ISOLA - «Ho visto una ragazza con le cuffiette che guardava le stelle nel cielo. Mi sono avvicinato da dietro e le ho detto: "Scusa per quello che sta per succedere"».

È con queste parole che Moussa Sangare, l'omicida reo confesso di Sharon Verzeni, ha fatto precedere la prima coltellata che, stando a quanto dichiarato nell'interrogatorio, sarebbe "rimbalzata" perché andata probabilmente a conficcarsi su una costola.

L'intenzione di assassinarla è lui stesso ad ammetterla ai magistrati durante l'interrogatorio, dichiarando che «ho colpito al cuore perché volevo ucciderla. Ma non ci sono riuscito».

È a quel punto che la pugnala alla schiena. Tre coltellate, che non impediranno alla povera ragazza di riuscire a chiamare i soccorsi prima di accasciarsi a terra.

L'assassino ha anche riferito che mentre i fendenti raggiungevano il corpo della ragazza lei ha provato a difendersi e a fermarlo. «Perchè, perchè, perchè» sarebbero state le parole pronunciate da Sharon - che ha cercato anche di fuggire - sotto la furia del suo omicida, parole che l'uomo avrebbe messo a verbale.

Poi la fuga «come un fulmine» in bicicletta ripresa dalle telecamere ma anche dagli occhi di un testimone - che verrà accusato di falsa testimonianza per alcune incongruenze sul racconto di ciò che avrebbe visto - che vedono sfrecciare quell'uomo nella via sotto casa e a poche centinaia di metri dove Sharon giace già a terra.

Aspetterà due giorni prima di fare sparire il coltello con cui l'ha uccisa, seppellendolo lungo le rive dell'Adda. In casa ha anche altri pugnali, ma soprattutto i vestiti sporchi di sangue che getterà nel fiume.

Dai verbali dell'interrogatorio è emerso anche che Sangare quella notte aveva individuato altri due ipotetici "bersagli" per mettere in atto il suo folle piano omicida. Si tratterebbe di due ragazzini del paese. «Uno aveva la maglia del Manchester United, li ho minacciati con un coltello, poi sono andato via».

Disoccupato, con precedenti per violenze nei confronti della madre e della sorella - la famiglia è originaria del Mali - era stato oggetto di diverse segnalazioni per il suo comportamento problematico. Un testimone ha raccontato di avere «più volte chiamato la polizia» ma «la risposta è sempre stata che in assenza di un reato non potevano fare niente».

A incastrarlo, oltre agli indizi raccolti dagli investigatori, sono state le contraddizioni emerse durante le due convocazioni davanti agli inquirenti. Il suo alibi è crollato davanti a due precise domande fatte da chi lo stava interrogando: «Quando hai tagliato i capelli l'ultima volta?» cui ha risposto »tre mesi fa» e se fosse stato a Terno d'Isola negli ultimi mesi, negando di averci mai messo piede.

I rilievi sulla bicicletta e i riscontri su chi potesse esserci in sella, avevano già fornito prove sufficienti che l'uomo che le forze di polizia stavano cercando era proprio lui. Poi, la confessione di colui che teneva in casa delle sagome di cartone per esercitarsi al tiro di coltelli, che aveva collaborato in passato con dei rapper e voleva andare a X Factor, ha messo il sigillo definitivo sull'inchiesta.



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