Contestata agli indagati l'associazione a delinquere: tra loro c'è anche Christian Rosiello, bodyguard di Fedez.
MILANO - La Polizia di Stato italiana sta eseguendo decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.
Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico. Tra gli ultras coinvolti nel maxi blitz ci sono, tra gli altri, uno dei capi ultrà interisti, Marco Ferdico, molto legato ad Antonio Bellocco, l''ndranghetista ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, anche lui al vertice della curva nerazzurra e in carcere per omicidio. E poi Luca Lucci, capo degli ultras milanisti, già condannato per droga e noto perché si fece fotografare nel 2018 con l'allora vicepremier italiano Matteo Salvini alla festa per i 50 anni della Curva Sud. In più anche Christian Rosiello, bodyguard del cantante Fedez.
Dalle indagini che hanno portato agli arresti dei capi ultras di Milan e Inter, secondo quanto riporta l'ordinanza di custodia cautelare per 19 persone, emerge «il patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate, a prima vista connesso ad una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera».
In particolare, per quanto riguarda la Curva dell'Inter appare «un quadro fosco» nel quale «interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all'ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione (ma già segnalato dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia dell'anno 2017): le attenzioni della 'ndrangheta sul mondo del tifo organizzato».
L'operazione è in corso dalle prime ore di questa mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza italiane, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano. Oltre all'attività degli agenti della Polizia altre misure sono state eseguite da militari del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (Scico) e del Nucleo Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Milano - Gico. Gli indagati, come detto, sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras delle due principali squadre milanesi.
Tra le presunte attività estorsive, contestate nella maxi inchiesta, che ha delineato una «alleanza» tra le curve degli ultrà interisti e milanisti nei traffici illeciti anche con infiltrazioni della 'ndrangheta, c'è principalmente quella sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro.
In più, da quanto si è saputo, dalle indagini dei pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra sono emerse anche estorsioni e richieste di «pizzo» nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre ad una serie di pestaggi e cosiddetti "reati da stadio". L'inchiesta non riguarderebbe, invece, traffici di droga. Delle diciannove le misure cautelari, 16 sono da scontare in carcere e tre ai domiciliari.
I reati contestati sono associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale.