«Ci vorranno giorni per avere un bilancio» delle vittime causate dal ciclone Chido, ha dichiarato il ministro Retailleau
MAMOUDZOU - È entrato in funzione il ponte aereo tra l'isola de La Réunion e l'arcipelago di Mayotte nell'Oceano Indiano, dove il passaggio del ciclone Chido potrebbe aver causato centinaia, se non migliaia di morti.
I primi voli con a bordo soldati e materiale di vario genere, soprattutto sanitario, sono decollati a metà mattina. In precedenza era giunto sull'isola principale il ministro dimissionario dell'Interno, Bruno Retailleau, che si è aggiornato con i vertici delle squadre di soccorso. Fare un bilancio in questa fase è assolutamente prematuro: «Ci vorranno giorni e giorni» per avere delle cifre che siano attendibili, ha dichiarato Retailleau.
I rinforzi giunti nel dipartimento francese hanno trovato una situazione catastrofica. «Quasi tutta Mayotte è stata rasa al suolo dalla tempesta, come se fosse stata sganciata una bomba… Gli alberi, la strada, tutto» ha dichiarato un residente a RMC. «Abbiamo visto anche i muri di cemento crollare, abbiamo avuto vicini feriti… Ci siamo sentiti impotenti». Continuano a mancare luce e gas, ma è soprattutto la carenza di acqua potabile a essere affrontata con maggiore urgenza.
Un dramma nel dramma è quello vissuto dagli immigrati privi di documenti presenti nelle baraccopoli intorno alla capitale Mamoudzou. Moltissimi hanno rifiutato di recarsi nei centri di accoglienza forniti dalla Prefettura per fronteggiare il passaggio di Chido, ha dichiarato una ex infermiera all'agenzia stampa AFP. «Pensavano che sarebbe stata una trappola tesa per loro» e finalizzata a «raccoglierli e condurli fuori dai confini». Il risultato è stato catastrofico. «È una carneficina. Sul posto sono crollati il Tribunale, la prefettura, tanti servizi, negozi, scuole». Un funzionario comunale ha confermato che Mamoudzou «è rasa al suolo» e le autorità sono alle prese anche con «un problema reale di comunicazione, mancanza di rete e difficoltà ad avere le informazioni necessarie per tranquillizzare la popolazione».
#Chido 🌪️ Soutien aux Mahorais et à nos camarades mobilisés à #Mayotte. Des renforts de gendarmes seront déployés sur place pour appuyer les équipes engagées. pic.twitter.com/iiDAjcgprU
— Gendarmerie nationale (@Gendarmerie) December 15, 2024
Anche osservatori esterni come Medici Senza Frontiere sono molto preoccupati. «Le prime valutazioni mostrano una situazione molto grave a Mayotte, con interruzioni delle reti idriche ed elettriche, vie di traffico molto danneggiate, difficoltà di comunicazione e un tributo umano già grave, la cui portata in realtà rimane sconosciuta in questa fase. Siamo particolarmente preoccupati per la popolazione che vive nelle baraccopoli, che sono completamente distrutte. Le condizioni di vita di queste persone già prima del ciclone erano estremamente precarie».
La ministra dimissionaria della Sanità, Geneviève Darrieussecq, ha annunciato l'attivazione della "riserva sanitaria" a sostegno della popolazione. Il sistema di pronto intervento consente che «professionisti sanitari volontari possano essere mobilitati in qualsiasi momento dal ministero della Sanità» o da un ente terzo.
Infine, le isole Comore hanno dichiarato una settimana di lutto nazionale dopo che l'uragano Chido ha devastato il vicino arcipelago Mayotte nell'Oceano Indiano: il presidente Azali Assoumani ha detto che il lutto durerà fino a domenica.