Il sottosegretario alla Salute italiano Pierpaolo Sileri non la scarta. Ma aggiunge: «Nessuno dovrà perdere il lavoro».
La proposta era stata lanciata alla vigilia dell'ultimo decreto del governo Draghi da Confindustria, innescando le reazioni contrarie immediate dei sindacati. Slitta nel frattempo di una settimana la decisione sull'obbligo per treni e aerei.
ROMA - Il "green pass" italiano continua a polarizzare discussioni e schermaglie verbali politiche nella vicina Penisola. C'è chi lo considera l'unico strumento capace di traghettare in tutta sicurezza l'attuale situazione in attesa di una ritrovata normalità, chi scende in strada urlando alla dittatura sanitaria e chi invece ritiene che il suo utilizzo possa essere esteso anche ad altre sfere.
Alla vigilia dell'approvazione dell'ultimo decreto legge da parte del Consiglio dei ministri italiano, Confindustria si era apertamente schierata a favore dell'obbligo di vaccinarsi anche per accedere ai luoghi di lavori. Un'idea seccamente bocciata dalle sigle sindacali italiane, ma sulla quale è tornato nelle scorse ore il sottosegretario alla Salute italiano, Pierpaolo Sileri, che invece non la scarta del tutto.
... ma «nessuno dovrà perdere il lavoro»
È «una soluzione da tenere nel cassetto, da valutare con attenzione», ha detto in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. In ogni caso, ha sottolineato Sileri, «dovranno essere scelte bilaterali, cioé non imposte senza dialogo dalle aziende» e «da fare anche a seconda dei lavori». «Nessuno comunque dovrà perdere il lavoro» ha aggiunto il sottosegretario. Una posizione in linea con quella già espressa dal segretario della Cgil Maurizio Landini.
Per Sileri il "green pass" resta un «formidabile mezzo di screening», perché di fatto «ti costringe a controllare la tua salute anche semplicemente con un tampone, se proprio non vuoi farti il vaccino». Dittatura sanitaria? «Macché!», risponde Sileri. È «giusto manifestare, ma ai ristoratori che in piazza protestano dico: ci sono quasi 38 milioni di italiani che hanno avuto almeno una dose di vaccino» dunque hanno «il green pass già in tasca. A questi vanno sommati almeno 7-8 milioni di bambini sotto i 12 anni» a cui il pass non viene chiesto.
Treni e aerei, questione rinviata
Nel frattempo, da Palazzo Chigi è stato deciso in queste ore di posticipare il decreto con cui sarà introdotto l'elenco dei luoghi a cui si dovrà accedere mediante il pass. Il "premier" Mario Draghi ha deciso di attendere una settimana in più e osservare l'andamento della curva epidemiologica. Non solo in Italia ma anche all'estero. In base all'evoluzione della situazione, il governo italiano stabilirà se estendere il pass a treni, aerei e navi già dal 6 agosto o se attendere la fine del mese.