I documenti sono stati presentati. L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare mercoledì.
WASHINGTON - Mike Pence scende in campo e sfida Donald Trump. L'ex vicepresidente ha depositato le carte alla commissione elettorale ufficializzando così la sua candidatura in vista dell'annuncio formale mercoledì, il giorno del suo 64esimo compleanno, in Iowa.
Con Pence si apre una settimana di fuoco per gli aspiranti repubblicani alla Casa Bianca: sono infatti attese a giorni anche le candidature di Chris Christie e di Doug Burgum, con le quali la platea dei candidati del "Grand Old Party" salirà a 12 pretendenti.
Christie, l'ex governatore del New Jersey amico di Barack Obama, annuncerà la sua discesa in campo il 6 giugno da Manchester, in New Hampshire, proponendosi come il maggiore dei critici di Trump. Inizialmente sostenitore e alleato dell'ex presidente, Christie intende giocare la sua campagna elettorale tutta contro il tycoon, a suo avviso non adatto a un nuovo mandato dopo aver incitato l'assalto al Congresso il 6 gennaio.
Poco conosciuto al di là del North Dakota, di cui è governatore, Burgum scenderà invece in campo nello stesso giorno di Pence con un evento nel suo Stato. Il suo messaggio è incentrato sulla politica energetica e si riflette nella strategia che sta portando avanti in North Dakota, ovvero raggiungere l'obiettivo delle emissioni zero entro il 2030 accelerando sullo sviluppo della tecnologia in grado di catturare le emissioni.
Partita tutta da giocare
Se per Christie e Burgum le chance di un'elezione sono al lumicino, per Pence la partita è tutta da giocare. La sua discesa in campo ha un importante valore simbolico visto che il suo principale avversario è il suo ex capo, con il quale tra l'altro si è lasciato in malo modo. «Dobbiamo evitare di lasciarci conquistare dal canto delle sirene del populismo», ha detto Pence negli ultimi giorni in Iowa, roccaforte conservatrice e primo Stato a votare nelle primarie repubblicane. Accompagnato dalla moglie, Pence si è presentato agli elettori e si è concesso un giro su una Harley-Davidson, sua passione mai nascosta, in occasione dell'evento Roast and Ride.
Pur lodando frequentemente i successi dell'amministrazione Trump-Pence, l'ex vicepresidente ha preso le distanze del tycoon dopo il 6 gennaio e da allora i due non si sono mai più ravvicinati. Convinto sostenitore dei valori tradizionali del partito repubblicano, a partire dalla contrarietà assoluta all'aborto, uno dei temi caldi della campagna elettorale, Pence ha più volte ribadito il suo appoggio al sostegno americano all'Ucraina. Anche se l'ex presidente è l'obiettivo nel mirino della sua campagna, Pence rischia di pagare in termini di voti proprio la sua ex appartenenza all'amministrazione Trump, di cui in parte si propone come l'antitesi essendo uomo dell'establishment.
Oltre alla concorrenza di Donald Trump, saldamente in vantaggio in tutti i sondaggi, l'ex vicepresidente dovrà vedersela con l'agguerrito governatore della Florida Ron DeSantis, favorito da molti come alternativa a Trump. Insomma per Pence una strada tutta in salita ma la sfida non sembra spaventarlo, così come non sembra temere i ripetuti attacchi e i soprannomi che il suo ex capo prima o poi gli affibbierà.