«Forniture di armi agli albanesi del Kosovo e sostegno della Nato nella formazione di un Esercito: una violazione della risoluzione 1244»
NEW YORK - Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha accusato l'Unione europea di non voler indurre Pristina a rispettare l'accordo del 2013 sulla creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, e la Nato di aiutare gli albanesi del Kosovo a formare un loro esercito.
Parlando oggi all'Assemblea generale dell'Onu, Lavrov - citato dai media serbi - ha detto che «il continuo degradarsi della situazione nella provincia serba del Kosovo non può non preoccupare».
«Le forniture di armi agli albanesi del Kosovo e il sostegno della Nato nella formazione di un loro Esercito costituiscono una grossolana violazione della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», ha affermato il capo della diplomazia russa.
Questi ha poi osservato come la tragica storia sulla mancata applicazione degli accordi di Minsk sull'Ucraina si stia ripetendo oggi in Kosovo e nei Balcani. Quegli accordi, ha detto, prevedevano uno status speciale per il Donbass, che Kiev tuttavia ha apertamente sabotato con l'appoggio dell'Occidente.
In entrambi i casi, per Lavrov, l'Ue è stata garante degli accordi, e a quanto pare tali intese hanno avuto la stessa sorte - tale lo sponsor, tale il risultato, ha detto.
Ieri il ministro degli esteri russo ha incontrato all'Onu il suo omologo serbo Ivica Dacic, il quale lo ha informato sulla difficile situazione in Kosovo e su quella che Belgrado ritiene la costante persecuzione e discriminazione della locale popolazione serba a opera delle autorità di Pristina.