STATI UNITITrump, Biden e l'elezione che in tanti non vogliono

WASHINGTON - La scorsa notte, Donald Trump ha piantato la sua bandierina anche sul New Hampshire, aggiudicandosi le primarie nello stato con il 54% delle preferenze, una settimana dopo il successo in Iowa. Nikki Haley, l'ultima rimasta in lizza a contendere la nomination repubblicana per la corsa alla Casa Bianca - Ron DeSantis ha lasciato la contesa negli scorsi giorni -, ha assicurato che «non è ancora finita». Ma l'aver fallito il colpo nello Stato del Granito, caratterizzato - come osserva Politico - da un pensiero fortemente indipendente, sembra aver chiuso del tutto la partita.

«In uno stato con così tanti elettori indipendenti alle primarie, con Trump che supera il 50%, è difficile sostenere che i repubblicani stiano cercando qualcun altro». Se però si alza lo sguardo verso novembre la cornice si presenta assai meno netta.

Il New Hampshire qualche campanello d'allarme lo ha infatti fatto risuonare. E questo vale sia per Trump che per l'attuale presidente Biden, entrambi usciti vittoriosi dai rispettivi martedì elettorali. Ma, e citiamo di nuovo Politico, «guardando più a fondo è difficile non fare caso a quanto gli elettori siano insoddisfatti» di uno e dell'altro. Un punto, quest'ultimo, toccato anche dalla stessa Haley.

Più chiaro ancora parlano però i numeri: quando, a serata ormai inoltrata, erano stati scrutinati il 75% dei voti, quasi il 43% del totale era finito nel taschino di altri candidati. Ed è un barometro piuttosto eloquente su quanto l'elettorato non sia particolarmente caldo di fronte a quello che, in questo momento, appare come il più probabile degli scontri per la notte elettorale del prossimo 5 novembre. E da quell'ampio bacino entrambi i candidati dovranno sforzarsi per raccogliere voti.

Nella lingua dei numeri, secondo gli ultimi sondaggi del sito FiveThirtyEight, entrambi stanno «sott'acqua» nel gradimento tra il pubblico statunitense. Il tycoon a profondità 9 punti, Biden ancora più sotto a quota 15 punti.