Il contesto è quello delle proteste contro la vittoria di Maduro alle presidenziali
CARACAS - Si registrano scontri tra polizia e manifestanti nel centro di Caracas, in Venezuela, nel quadro delle proteste dell'opposizione contro la proclamazione della vittoria di Nicolas Maduro alle elezioni presidenziali di domenica.
Le immagini degli scontri - trasmesse dall'emittente all news argentina "Todo Noticias" - mostrano agenti della polizia di Caracas in tenuta anti sommossa lanciare lacrimogeni ed esplodere colpi con pallottole di gomma per disperdere la protesta.
Le milizie chaviste si sono concentrate intorno al palazzo presidenziale Miraflores, a Caracas, pronte a «difendere il presidente Nicolas Maduro», secondo quanto riporta la tv pubblica Venezolana de Television, mentre nella capitale e nel resto del Paese proseguono le manifestazioni di protesta, dopo la proclamazione della vittoria di Mauro alle elezioni di domenica.
«Se vogliono generare violenza, ci troveranno qui. Siamo pronti a difendere il palazzo, la Costituzione e la vittoria del presidente», ha dichiarato vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), Diosdado Cabello, considerato uno degli uomini forti dell'establishment.
Grande manifestazione di sostegno - Intanto il capo della campagna elettorale di Nicolas Maduro (Venezuela Nuestra del Secolo XXI) e presidente del Parlamento, Jorge Rodríguez, ha convocato una grande manifestazione per oggi in tutta la capitale e nelle periferie, «per festeggiare con il presidente rieletto, Maduro, la vittoria elettorale».
Rodriguez ha invitato la popolazione «a riunirsi nelle strade della Grande Caracas, da Petare a La Vega a Catia - dove si sono registrate le proteste dei sostenitori dell'opposizione - fino al palazzo presidenziale di Miraflores».
«Dai quattro punti cardinali della città, ci mobiliteremo in pace e allegria, per difendere il diritto alla vita e dire al mondo che siamo la maggioranza», ha affermato Rodríguez, aggiungendo: «Difenderemo le strade e la pace».
Espulsi diplomatici di 7 Paesi latinoamericani - Nel frattempo il regime di Maduro ha espulso gli ambasciatori di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay, come annunciato dal ministro degli Esteri Yván Gil sul suo profilo X. Queste nazioni sono state accusate di «interferenza».
Il regime ha ordinato l'allontanamento dal Venezuela di tutto il personale diplomatico del cosiddetto "Gruppo di Lima" presente sul suo territorio, dopo il ripudio internazionale di fronte al risultato del voto che ha incoronato Nicolas Maduro per il terzo mandato. Il ministro degli Esteri venezuelano ha definito il gruppo di Paesi come «di destra, subordinati a Washington» e con ideologie fasciste.
Il governo di Maduro «si riserva tutte le azioni legali e politiche per far rispettare, preservare e difendere l'inalienabile diritto all'autodeterminazione».