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UNIONE EUROPEA«Vogliamo cambiare l'Europa, non distruggerla»

08.10.24 - 21:46
Viktor Orban ha parlato questa sera all'Eurocamera. E il suo intervento non ha fatto certamente l'unanimità. Anzi.
keystone-sda.ch / STF (CHRISTOPHE PETIT TESSON)
Fonte ats ans
«Vogliamo cambiare l'Europa, non distruggerla»
Viktor Orban ha parlato questa sera all'Eurocamera. E il suo intervento non ha fatto certamente l'unanimità. Anzi.

STRASBURGO - Due ore per raccontare la sua versione prima del ring dell'assemblea plenaria del Parlamento europeo, per mostrare la faccia dialogante del sovranismo europeo e candidarsi a leader del popolo contro «élite che difende lo status quo». Viktor Orban ha scelto di anticipare di 24 ore l'intervento che, in occasione della presidenza di turno ungherese, è chiamato a svolgere all'Eurocamera.

In una conferenza stampa fiume, segnata da una protesta solitaria subito sopita dagli agenti della scorta, Orban ha elencato le sue priorità dribblando abilmente gli attriti che, in quasi ogni settore della politica europea, ha creato finora Budapest.

Il blitz di Orban appare essere parte di una vera e propria offensiva messa in campo dai Patrioti. Prima con il ricorso alla Corte di Giustizia Ue contro il cordone sanitario, poi con la foto di Pontida, infine con l'arrivo dell'ungherese a Strasburgo. Il Partito popolare europeo (Ppe), in vista di un dibattito che si preannuncia infuocato, ha già in mente una strategia: attaccare il premier ungherese perché la sua presidenza ha fallito e non focalizzarsi solo sul nodo dello Stato di diritto.

«Orban è una minaccia per l'Ue, ha reso l'Ungheria il Paese più corrotto d'Europa e lavora per gli interessi di russi e cinesi», è stato l'attacco sferrato dai Socialisti. In Aula il rischio bagarre è dietro l'angolo. Orban stesso lo ha ammesso, motivando così l'incontro con i giornalisti europei. E rispondendo, punto per punto, a chi gli faceva notare le tante contraddizioni del suo rapporto con l'Ue.

Competitività, hotspot per i migranti esterni all'Ue, una maggior protezione degli agricoltori e un allargamento effettivo ai Balcani Occidentali, con l'inclusione della Serbia: Orban ha elencato le priorità della presidenza ungherese strizzando l'occhio a Mario Draghi («concordo al 100% con la sua diagnosi») e assicurando che né lui né i Patrioti vogliono uscire dall'Unione. «Vogliamo cambiare l'Europa, non distruggerla», ha sottolineato il capo del governo magiaro attaccando i partiti europeisti tradizionali.

«L'élite fatta dal centrosinistra, dai liberali e dal centrodestra deve decidere se continuare a difendere lo status quo o accettare il cambiamento», ha scandito. Sulla guerra in Ucraina al premier sono arrivate una salva di domande. Lui ha risposto per le rime, sottolineando che «gran parte del mondo vuole il cessate il fuoco», difendendo le sue missioni a Kiev, Mosca e Pechino e spiegando che, né la Russia né l'Ucraina vogliono una tregua e, per questo, è necessario che un insieme di Stati li convincano. L'Europa - ha sottolineato Orban - deve far presto perché in caso di vittoria Donald Trump non attenderà il suo insediamento ufficiale - in gennaio - per muoversi sul fronte ucraino. Quel Trump al quale Orban non ha fatto mistero di guardare con crescente speranza: «Se vince, apriremo una serie di bottiglie di champagne...».

A pochi minuti dall'inizio della conferenza stampa in sala ha fatto irruzione un giovane. Ha gettato delle cartacce contro Orban, chiamandolo «disgraziato» e accusandolo di aver venduto il Paese alla Cina e alla Russia. Gli agenti della scorta del premier lo hanno immobilizzato in pochi secondi. Il leader ungherese ha continuato come se nulla fosse accaduto. In Aula al Pe lo attende un clima ben diverso. Avrà di fronte a sé l'italiana Ilaria Salis, che ha parlato dell'Ungheria come uno «Stato etnico e totalitario». Tra i banchi del Ppe ci sarà Peter Magyar, il leader dell'opposizione a Fidesz. E in Aula ci sarà soprattutto Ursula von der Leyen il grande avversario che, in due ore di conferenza stampa, Orban non ha neanche nominato.

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