L'effetto del coronavirus sui prezzi del petrolio ha fatto registrare ingenti perdite al gigante anglo-olandese
LONDRA - Il gigante energetico Royal Dutch Shell ha annunciato oggi una perdita netta abissale nel secondo trimestre: 18,1 miliardi di dollari (circa 16,5 miliardi di franchi).
La situazione è dovuta alle enormi svalutazioni del petrolio, che riflettono un mercato colpito fortemente dalla pandemia di coronavirus
Il gruppo anglo-olandese, che un anno prima aveva registrato un utile netto di 3 miliardi di dollari, ha rilevato il bilancio in un comunicato stampa.
Il prezzo del petrolio, lo ricordiamo, è iniziato a crollare a partire da marzo, finendo addirittura in negativo per un breve periodo in aprile, prima di recuperare nel corso delle settimane successive. Al momento si aggira attorno ai 40 dollari, un livello ben al di sotto di quello osservato l'anno scorso.
Oltre alla domanda ridotta, calata a causa dalla crisi economica legata alla pandemia, anche l'offerta pesa sul mercato attuale: l'offerta rimane infatti abbondante, nonostante gli sforzi dei paesi Opec (l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) e dei suoi alleati di ridurre la produzione al fine di sostenere i prezzi.
Anche per il terzo trimestre il Gruppo prevede un calo della produzione, dovuto in particolare alle misure adottate dall'Opec e all'impatto negativo della domanda ridotta di petrolio e gas.