Un singolo tutt'altro che estivo, quello proposto da Sandro Mai
TRESA - Un titolo, "A due passi dal mare", che può far pensare al classico tormentone estivo tra sole, spiaggia e amore di un'estate. La pubblicazione alla fine di luglio, che sembra un ulteriore indizio. Invece... Non è un brano stagionale, non è una canzone di pronto consumo (e facile da scordare): è un brano di ben altra caratura e, soprattutto, profondità.
Parliamo del nuovo singolo firmato Sandro Mai. Scritto dalla coppia di musicisti Alessandro Masci e Andrea Cometti, che opera tra il Lago Maggiore varesino e il Ticino, e la produzione e il missaggio di Marco Ulcigrai, produttore e soprattutto fondatore della band Il Triangolo.
In realtà bastano i primi quattro versi del singolo a far capire che non siamo alle prese con la canzoncina sole-cuore-amore: «Non cerco più niente in questo mondo distratto / Tutto concentrato a regalarti un contratto / Non bado nemmeno più tanto alla politica / Non credo che possa cambiarci la vita». Il testo esplicita un disagio nei confronti di quelli che sono percepiti come i "successi" della vita, l'esistenza percepita come una gara e regolata da una classifica. Perché questo titolo? «Mi sembra di stare a due passi dal mare / Ma con la paura di poterci affogare» spiegano Masci e Cometti.
Sandro Mai suggerisce un punto di vista alternativo: bisogna concentrarsi sui sentimenti, per evitare di finire come il protagonista della canzone: «Non trovo più niente che mi faccia felice», ripetuta ossessivamente nei ritornelli, suona come la peggiore condanna che un uomo possa mai incrociare sul suo cammino. Ma c'è una speranza: «Sto fermo e ripeto che è tutto sbagliato / Ma senza la forza di partire da capo» dimostra che la consapevolezza che le cose non vanno è ancora presente. Manca la scintilla per innescare il cambiamento - ed è questa che bisogna scovare.
Musicalmente i Sandro Mai si muovono in quel maxi-cappello che viene definito "cantautorato italiano" e nel quale riescono a farsi notare con un brano avvolgente e sincero, tra synth e chitarre, che suona sconsolato ma non deprimente. Una canzone che, con l'autunno alle porte, troverà la sua stagione ideale.