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CANTONEScrivere qualcosa sulla... impossibilità di scrivere qualcosa

06.11.24 - 06:30
Parla di questo "Musa", il più recente singolo firmato Re-count
RE-COUNT
Scrivere qualcosa sulla... impossibilità di scrivere qualcosa
Parla di questo "Musa", il più recente singolo firmato Re-count

LUGANO - "Musa" è il racconto di una crisi. D'ispirazione, quando le parole dovrebbero arrivare e invece stentano a essere fissate sulla carta. Questo brano firmato Re-count è la prima anticipazione di quello che sarà il prossimo album prodotto da Omar E. Bernasconi e Fabien Perrochon, che arriverà la prossima primavera. C'è l'elettronica che ci si aspetta avvicinandosi a un loro lavoro, ma anche una certa attitudine anni '80, che risuona in qualche modo di new wave e dei sapori decisi di quella decade.

Omar, c'è dell'autobiografia nella descrizione di questo blocco dello scrittore?
«Il testo del brano l'ha scritto Fabien però sì, a volte capita di sederti davanti al computer, alle tastiere e non succede nulla. Trascini un lavoro per mesi. Fabien ha proprio scritto qualcosa sul fatto che non riusciva a scrivere qualcosa (ride, ndr)».

È successa la stessa cosa dal lato musicale, che è di tua competenza?
«No, è stato molto veloce. Anche se poi abbiamo cambiato la musica parecchie volte, avendola suonata dal vivo con VanIggio al basso, la batteria e la chitarra».

Ha un sapore di anni '80, di new wave e di quello che si ascoltava in quel decennio...
«Ho chiesto a svariare persone, perché non riuscivo a catalogarla. Ci sono gli Ottanta - perché, in definitiva, noi veniamo da lì - ma anche i Novanta, un po' di breakbeat... Mi hanno detto che ricorda un po' i Subsonica».

È la prima volta che un lavoro firmato Re-count si apre con un brano in italiano.
«Il disco ne avrà due: "Musa" e un altro, "Viaggio"»

Come si sposa l'utilizzo di synth vintage e computer attuali?
«Nel mio caso il virtuale è diventato indispensabile, soprattutto per una questione di spazio e soldi. Fabien, invece, ha una grande collezione di vecchi synth: Moog e via di seguito. Questi strumenti garantiscono un'unicità e pure l'avventura: crei il suono e lo registri, non avendo memoria quello è e non lo puoi modificare. Se vuoi rifarlo, non verrà più come la prima volta».

Cosa lascia intravedere, "Musa", del prossimo lavoro?
«I brani saranno principalmente in francese. Ci sarà dell'elettronica ma anche dei momenti ambient. Si arriva quasi al rock. Non ci interessa il genere, ma la ricerca di un suono personale».

Re-Count ha la capacità di mutare pelle, sentendo il vostro percorso artistico.
«Una volta mi hanno detto che è "una band ad assetto variabile", ed è proprio così. Ho iniziato nel 1995 e mi piace collaborare con altri musicisti e cantanti. L'idea è di fare innanzitutto quello che ci piace. Poi cerchiamo di differenziarci un poco da quello che sentiamo in giro».

Cosa riserva il futuro?
«Abbiamo in mente un album di remix e un altro live, sfruttando uno show registrato alla Rsi. C'è tanto, pure troppo!».

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