Bibliotecari, archivisti e documentalisti della Svizzera italiana
Gli archivi della RSI, così come quelli della SRF e della RTS, sono un bene di assoluto valore per la Svizzera: soltanto a Lugano sono conservate 400 mila ore di produzione propria audio e video della RSI, 1 milione di articoli di giornali e quasi 300 mila fotografie.
Fatti, voci, personaggi che hanno segnato gli ultimi 85 anni della nostra vita sono custoditi in archivio e messi a disposizione della cittadinanza intera attraverso diversi canali. Dietro a queste cifre ci sono anche una quarantina di persone che lavorano nelle Teche della RSI (radio e televisione) e che, grazie alla loro professionalità, permettono a noi e a chi verrà dopo di noi di avere tracce significative del nostro passato e del nostro presente, sempre più dominato dall’immagine.
Questi posti di lavoro, come tutti gli altri del resto, sono un bene prezioso per il nostro Cantone, perché hanno un grosso valore aggiunto – paradigma spesso invocato da più parti per definire quelle professioni ritenute “degne” di essere rappresentate nel nostro mercato del lavoro. Senza entrare nel merito di queste discussioni, l’associazione dei Bibliotecari, archivisti e documentalisti della Svizzera italiana (BAD-SI) ritiene fondamentale attirare l’attenzione dei cittadini verso questo aspetto, invero poco sviluppato nei diversi dibattiti: la RSI è un’azienda che investe nella formazione (di apprendisti e personale) e dà lavoro a persone che hanno seguito percorsi formativi differenti.
Giornalisti, certo, ma anche tecnici, artigiani e, fra altri, appunto anche archivisti e documentalisti, che mettono al sicuro ciò che viene realizzato e contribuiscono a valorizzarlo attraverso le produzioni, il web, progetti specifici, collaborazioni con le scuole e università, oppure serate a tema...
Biblioteche, archivi e centri di documentazione sono servizi molto importanti per la nostra comunità poiché, oltre a conservare quanto prodotto, consentono un accesso democratico all’informazione e permettono al cittadino di approfondire le proprie conoscenze rispetto al territorio in cui vive.
Accettare questa iniziativa vorrebbe dire cancellare parte della nostra storia. Per questo motivo l’associazione ha deciso di schierarsi contro l’iniziativa e invita a votare No a No Billag.