Matteo Muschietti, "sentinella dell'ambiente"
In questi giorni d'aprile un po' freddini, solgo fare molte passeggiate nel nostro bel Mendrisiotto. Ieri, una bella giornata, mi sono recato sulle colline che da Besazio scendono verso Ligornetto. Il sole lucente del mattino ha fatto risaltare i filari di viti, ordinati ma tutti bruciati dall'uso di erbicidi. Pareva d'essere in una giornata d'estate torrida dove le erbe diventano gialle a causa della mancanza d'acqua. Purtroppo siamo all'inizio della primavera. La coltivazione delle viti qui nel distretto è molto praticata ed è oggi la principale attività agricola. Si producono ottimi vini, il più famoso è il merlot. Ora mi domando perché non sarchiare le viti come facevano i nostri genitori, senza usare gli erbicidi che seppur permessi contengono sostanze dannose per la falda freatica? Ricordo a tutti i viticoltori che nel Mendrisiotto abbiamo grossi problemi di approvvigionamento d'acqua in diversi comuni, a causa della presenza di clorothalonil nelle nostre falde, derivati dall'uso scriteriato negli anni di prodotti contenenti pesticidi. Dopotutto i vigneti si presentano meglio se sarchiati, e le viti traggono maggior vigore. In più, in un momento difficile come questa pandemia, i grandi produttori di vini avrebbero potuto attingere a mano d'opera supplementare tra chi non trova (o ha perso) un lavoro, sarchiando le file di vite in modo ecologico. Anche per il turismo vedere le colline zebrate di giallo non è un buon biglietto da visita per la nostra regione. La natura deve essere rispettata e protetta se vogliamo avere delle falde pulite e bere acqua non contaminata da sostanze chimiche.
I cambiamenti climatici non aiutano.
Poche e rare precipitazioni, alla faccia del proverbio “aprile tutti giorni un barile”, sono un ulteriore handicap a una situazione generale non proprio rosea, che ci propone un periodo di siccità un po' (troppo) anticipato.
Cari viticoltori forse è giunto il momento di voltare pagina e coltivare le viti in modo biologico.
Così facendo potete mettere sul mercato un vino ottimo come il merlot con il contrassegno “BIO” e portare il vostro contributo alla miglioria della qualità del nostro territorio (e dei nostri corpi, visto che certi pesticidi ce li beviamo...).
Tocca anche a voi fare delle scelte ecologiche mirate per il bene del consumatore e il rispetto del nostro bel Mendrisiotto.