Lorenzo Onderka, Avanti con Ticino & Lavoro
Sul CdT del 20.12.2023 è apparso l’articolo a firma Dario Poma, dal titolo “Fiscalità: più pragmatismo e meno tabù ideologici”. In sostanza son d’accordo con lui sul fatto che una fiscalità non competitiva potrebbe spingere alcuni ricchi a lasciare il nostro cantone. È pur vero che la fiscalità è collegata alla spesa pubblica, che in Ticino è sicuramente al di sopra di quello che possiamo permetterci.
Nell’articolo si fa riferimento alla socialità come una delle migliori a livello svizzero, che però costituisce una delle maggiori voci di spesa del nostro cantone. Quello che si potrebbe concludere, leggendo l’articolo, è che portare la socialità al livello medio in Svizzera permetterebbe di contenere i costi e, di conseguenza, ridurre la pressione fiscale. Ma è tutto così semplice? No, questa lettura è molto riduttiva. Se la socialità è tanto sviluppata in Ticino, è per un motivo preciso: lo Stato ha dovuto fare di necessità virtù.
Il problema affonda le sue radici nel livello salariale del nostro cantone, decisamente più basso rispetto al resto della Svizzera, pur avendo costi della vita molto simili: senza l’intervento dello Stato il livello di povertà sarebbe elevato, anzi elevatissimo. È quello che vogliamo? Credo di no. È arrivato il momento di cambiare rotta, ma questo implica mettere gli attori della politica e dell’economia di fronte a un bivio: o si inizia a dare preferenza ai residenti in termini di opportunità di lavoro (riconoscendo salari in linea con l’altra Svizzera e permettendo così di condurre una vita dignitosa in Ticino), con conseguente riduzione tanto della spesa sociale quanto della pressione fiscale, oppure i costi della socialità rimarranno elevati, nell’affannoso tentativo di garantire una vita dignitosa ai ceti più deboli, mantenendo una pressione fiscale elevata.
In parole povere l’Economia è chiamata a scegliere tra il soldino e il panino, entrambi non li può più avere. Quanto fatto dall’Economia negli ultimi 15/20 anni ha provocato la partenza di molte persone dal Ticino, tra le quali tantissimi giovani, che hanno scelto di andarsene per cercare migliori condizioni altrove. I risultati sono chiaramente visibili: invecchiamento della popolazione e crollo delle nascite: un trend disastroso, di cui stiamo già soffrendo le prime conseguenze. Quindi chiediamoci: vogliamo continuare su questa strada o è giunto il momento di cambiare rotta? Noi di Avanti con Ticino & Lavoro vogliamo cambiare rotta. Siete con noi?