Tanja Bisacca, Udc e gestore Agriturismo Al Tècc, Dongio
La Svizzera è invidiata all'estero non solo per il suo sistema di formazione professionale duale, ma anche per il suo sistema pensionistico stabile. Questo sistema non si basa su un unico paniere, ma su tre pilastri: l'AVS, la previdenza professionale (LPP) e la previdenza privata.Tuttavia, come tutti sappiamo, non dobbiamo dormire sugli allori.
Il nostro sistema pensionistico deve stare al passo coi tempi ed essere costantemente adattato alle esigenze sociali ed economiche. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo con l'attuale riforma della LPP, che il popolo svizzero voterà il 22 settembre 2024.
Raccomando di votare SÌ per tre motivi:In primo luogo, i genitori che lavorano a tempo parziale, le persone che svolgono diversi lavori e i lavoratori dipendenti a basso reddito non sono attualmente sufficientemente assicurati per la vecchiaia.
Coloro che non sono assicurati nel regime pensionistico professionale sono doppiamente svantaggiati: in primo luogo, gli interessati non ricevono una pensione e, in secondo luogo, i datori di lavoro non versano i contributi sui conti LPP, che non fruttano interessi.
La riforma della LPP colma queste lacune pensionistiche. Ne beneficiano soprattutto le donne a basso reddito, in particolare le agricoltrici.In secondo luogo, a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita e dei bassi tassi d'interesse, i pensionati ricevono in media dal regime obbligatorio LPP più di quanto abbiano versato nel loro fondo pensione.
Ciò costringe i fondi pensione a effettuare pagamenti incrociati ingiusti dai dipendenti ai pensionati. La riforma della LPP affronta questi problemi abbassando il tasso minimo di conversione. I pensionati attuali non vengono toccati e le carenze pensionistiche di coloro che si avvicinano al pensionamento vengono generosamente compensate.
La riforma della LPP crea maggiore equità per i giovani e le generazioni future.In terzo luogo, la riforma della LPP ridurrà i contributi LPP per i dipendenti di età superiore ai 55 anni rispetto a oggi. Questa misura aumenta l'occupabilità dei lavoratori più anziani e riduce il rischio di disoccupazione. Le possibilità di trovare un nuovo lavoro aumentano.