Marcello Stivan, Mobilità 2.zero
Al tavolo della mobilità si sta dibattendo sulla necessità di potenziare la fluidità del traffico individuale motorizzato (TIM) e i costi che queste misure comporterebbero. Alcuni commensali sostengono che solo il miglioramento dell’offerta autostradale potrà raggiungere i loro obiettivi mentre al di là del tavolo c’è chi afferma che questa strategia sposta soltanto il problema di qualche chilometro e per un breve periodo. L’equazione più strade=più traffico viene dibattuta e sembrerebbe che soltanto affidandoci al portamonete si possa trovare la soluzione del problema. Nel frattempo i calici bevuti hanno arrossato le guance dei presenti e il tentativo di far tornare i conti sempre più difficile. L’oste deve prendere in mano la situazione e fare un po' di chiarezza con l’aiuto di dati e cifre che mancano sul tavolo, ma che ogni anno, vengono pubblicati dall’ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE e dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC).
Secondo quest’ultimo le prospettive del traffico nei prossimi anni cambieranno perché la società si sta adattando in molti settori, da quello del lavoro (+telelavoro) a quello dei consumi (+acquisti da casa); da quello dell’invecchiamento dei cittadini a quello dell’urbanizzazione (città dei 15 minuti). Lo studio presentato dimostra che il TIM diminuirà di almeno il 5%, il trasporto pesante su strada del 2% a favore della ferrovia mentre il trasporto pubblico di persone marcherà un incremento dal 3 all’11% a seconda del mezzo di trasporto. Pure la mobilità lenta farà la sua parte raddoppiando l’utilizzo odierno della bicicletta. Questi argomenti non sembrano migliorare l’animosità attorno al tavolo e l’oste è costretto a offrire un giro per attirare l’attenzione e sostenere i propri calcoli.
Con i dati dell’ARE ci vengono ora esposti i costi esterni che ogni anno sono generati dalle diverse forme di mobilità e che vengono sostenute da tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che si spostino o meno. La fattura di 11.9 mia. di franchi fa girare la testa anche agli astemi e rappresenta la spesa che dobbiamo sostenere per riparare i danni alla salute, all’ambiente, all’economia tenendo presente che molti di noi non potranno sostenerli perché nel frattempo sono venuti a mancare a causa dei gravi danni subiti. ( nel 2021, 1804 decessi legati all’inquinamento generato dalla mobilità con una perdita media di 10 anni di vita prospettata).
Il 72% dei costi esterni (8.5 Mia.) sono direttamente legati al TIM e sostenuti da tutti i cittadini che si vedranno rincarare le spese sanitarie (23'800 giorni di degenza in ospedale), dei prodotti finiti (1.5 Mio. di giorni di parziale inabilità lavorativa), delle assicurazioni per i danni a cose e persone, oltre a incidere sulla natura e il paesaggio che con ulteriori investimenti cerchiamo di conservare.
Un vero boomerang che ci ritorna sulla testa di ciascuno di noi e che, indipendentemente dalla fluidità del traffico perseguita, già oggi ci priva di soldi e risorse importanti.
I calici sono vuoti, le menti confuse ma il nostro oste resta fermo sulle sue cifre e ci ricorda che i soldi accantonati per investire negli ampliamenti della rete stradale sono mal spesi e che ogni franco investito alimenta una valanga di costi supplementari e una perdita di qualità di vita. La soluzione non è facile ma deve essere perseguita in modo intelligente favorendo una mobilità più giusta e più sostenibile basata su un corretto comportamento e nel rispetto delle libertà altrui che nel mondo della mobilità vengono spesso calpestate. I calcoli dell’oste dimostrano chiaramente che gli automobilisti non si assumono tutti i costi generati e che il nostro stile di vita ne viene fortemente influenzato dalle loro abitudini e convinzioni. Una buona notizia comunque c’è: secondo le cifre a disposizione dell’oste sembra che ci sia una mobilità che genera un utile e, nel suo piccolo, contribuisce a migliorare la vita di tutti. Si chiama bicicletta che insieme ai pedoni generano minori costi per ca. 300 Mio. all’anno. Tirate le somme e saldato il conto ognuno prende la via di casa in attesa di rinfrescarsi le idee e pensare a come vorrà muoversi domani mattina.
Marcello Stivan, Mobilità 2.zero
(Fonte dei dati: Costi e benfici esterni del trasporti in Svizzera 2020 – ARE Stuio Ecoplan 2024 – Effetti esterni della mobilità 2021 DATEC – Prospettive del traffico 2050)