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Matteo Muschietti

La Svizzera deve operare per la pace mondiale, non per il riarmo

Matteo Muschietti - Municipale e sentinella dell'ambiente
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Fonte Matteo Muschietti
La Svizzera deve operare per la pace mondiale, non per il riarmo
Matteo Muschietti - Municipale e sentinella dell'ambiente

In questi giorni tutti parlano di riarmo, di potenziamento dell'esercito, sia in Svizzera che in tutta Europa. Aumentare le spese per il riarmo, avere più soldati, avere armi più sofisticate,... sembra una gara grottesca a chi spara il finto bisogno più grosso.

I veri bisogni qui in Svizzera per una popolazione che in gran parte fa fatica ad arrivare alla fine del mese con lo stipendio, sono quelli di una coesione nazionale, di garantire alla popolazione una vita degna di essere vissuta in modo pacifico, aiutando chi si trova nel bisogno qui e adesso.

La discussione sul potenziamento dell'esercito si riapre tutte le volte che succedono conflitti e i falchi, per il loro profitto, anche se più volte silenziati dal popolo, portano sul tavolo delle discussioni vuote come la loro lungimiranza e le loro rivendicazioni per un esercito più potente e molto più costoso. Siamo in un momento prospero per i demagoghi della paura che prospettano un avvenire basato solo sulla guerra.

Dobbiamo smetterla di aver paura della Russia: storicamente è stata invasa più volte ma non ha mai avuto mire espansionistiche paragonabili all'imperialismo americano o al colonialismo europeo. La sua tendenza è sempre stata, globalmente, quella di muoversi quanto basta per garantire la sicurezza dei suoi confini, senza spingersi troppo oltre. Basta con queste retoriche della paura di trovarci il soldato russo sull'uscio di casa, da un punto di vista storico non hanno nessun fondamento.

Putin può non piacere e, anche girando la questione in tutti i modi possibili, chi semina morte e distruzione porta con sé un grande torto, sempre (personalmente mi dissocio dal suo modo di governare la Russia); verrà il momento che anche lui passerà, come tutti, perché di eterno c'è solo l'eternità. Basta però con lo spauracchio del nemico rosso, quando, a ben vedere le cose, i nemici più pericolosi sono probabilmente altri (e forse più vicini di quel che pensiamo...).

Dobbiamo costruire granai per le popolazioni che hanno fame, non costosissimi carri da guerra che vengono distrutti e finiscono come ferri vecchi. Operare per la pace è il ruolo della Svizzera, non armarsi fino ai denti. Risolviamo piuttosto il problema delle costosissime casse malati! E facciamo ammenda della nostra subordinazione a certe decisioni scellerate di un'Europa che sta perdendo la bussola in diversi ambiti: recuperiamo la nostra neutralità!

Dopotutto siamo il paese fondatore della Croce Rossa, e questo lo dobbiamo tenere ben presente. Il nostro ruolo dovrebbe essere quello di bandire tutte le guerre, operare per la pace in modo instancabile e aiutare le popolazioni dilaniate dalla carestia e dalle malattie. Ristabiliamo la possibilità di divenire quel punto di riferimento credibile che tanto avrebbe da dire in un ruolo di mediatore sulla scena internazionale.

Educhiamo i giovani alla pace e alla solidarietà. Sia ben chiaro che il ruolo dell'esercito deve rimanere come l'attuale, pronto ad intervenire nei momenti difficili per dare aiuto alla nostra popolazione, ruolo che è importantissimo (come durante gli interventi esemplari in Val Maggia e in Val Moesa). Teniamo l'esercito di milizia, nel quale tutta la popolazione è rappresentata, può discutere in modo democratico e vive un'esperienza di coesione preziosissima. Non sperperiamo però il denaro pubblico in una folle corsa ad armamenti che saranno obsoleti l'anno prossimo.

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