Il nuotatore, bronzo alle recenti Olimpiadi, ha deciso di interrompere il suo percorso in America.
«Non ho avuto il tempo di elaborare ciò che mi è successo».
LOCARNO - Quest'estate ci aveva fatto impazzire di gioia con la medaglia olimpica conquistata a Tokyo. Il Ticino aveva (ri)scoperto un talento incredibile che - tramite delle prestazioni brillantissime - era riuscito a riportare il nuoto nostrano in alto.
A metà agosto il 19enne - in seguito a una piccola vacanza - era poi volato in America, per iniziare un nuovo percorso universitario. Un'avventura che però il ticinese ha interrotto, come ha spiegato in un lungo post su Facebook. «Nelle ultime settimane ha cominciato ad affiorare in me un sempre più evidente affaticamento, soprattutto dal punto di vista mentale, che mi ha creato, e mi crea tuttora, diversi problemi nella gestione del quotidiano».
Ecco il post completo di Noè Ponti:
"Care amiche, cari amici,
nel mio ultimo post su FB vi avevo lasciati in sospeso, annunciandovi una sorpresa per fine mese. Eccomi a comunicarvi una “sorpresa”, anche se non è esattamente quella a cui pensavo due settimane fa. Vi ho raccontato del mio arrivo negli States e della bella accoglienza riservatami da compagni e allenatori; vi ho detto di alcune difficoltà con il cibo e di qualche inconveniente, per altro divertente, con le faccende domestiche. In queste ultime settimane ho incontrato alcune difficoltà che hanno radici anche nel mio vissuto degli ultimi mesi. Con la fantastica medaglia vinta a Tokyo la mia vita è radicalmente cambiata repentinamente. Io resto sempre Noè, con i miei valori e i miei affetti, ma è innegabile che abbia vissuto un’accelerazione da zero a cento in meno di un secondo, senza nemmeno avere il tempo di rendermene conto. Al mio rientro in Svizzera e in Ticino sono stato accolto dall’entusiasmo e dal calore della mia famiglia, di tutti voi, dei media e pure da una moltitudine di persone che fino a poco prima probabilmente neppure sapevano chi fossi, ma che si sono appassionate alle mie avventure giapponesi. Tra un’intervista e l’altra, tra un festeggiamento e un ricevimento ufficiale, mi sono trovato a preparare le valigie per il mio trasferimento in North Carolina e, quasi senza accorgermi fino in fondo di essere salito su un aereo, sono arrivato alla NC State University, a Raleigh. Il tutto senza un momento di pausa e di stacco e senza veramente avere il tempo di elaborare quanto mi è successo e mi sta ancora succedendo. In questo mese negli USA, più che cercare di capire cosa fosse avvenuto, ho dovuto cominciare a conoscere molta gente e un ambiente inevitabilmente diverso dal mio, iniziare i corsi universitari e un nuovo percorso nel nuoto agonistico, con compagni e allenatori nuovi, che hanno cercato di accogliermi nel migliore dei modi. Nelle ultime settimane, ha cominciato ad affiorare in me un sempre più evidente affaticamento, soprattutto dal punto di vista mentale, che mi ha creato, e mi crea tuttora, diversi problemi nella gestione del quotidiano. Come sempre ho fatto finora, ho cominciato a parlarne con la mia famiglia e con i componenti del mio staff in Svizzera, con i quali mi sono sempre confidato. Ne ho discusso anche con i miei allenatori a NC State, che comprendono le mie difficoltà. Tutti quanti concordano che, per potermi allenare in modo proficuo e ottenere i risultati che tutti ci aspettiamo, è fondamentale che io mi senta bene fisicamente, ma soprattutto mentalmente.
Grazie a questi colloqui, in cui abbiamo provato ad analizzare possibili strade da percorrere che mi possano aiutare ad acquisire una maggiore serenità, sono giunto alla conclusione che per me, in questo momento, sia necessario rientrare alla base e ritrovare i miei affetti e il mio ambiente. Sono ancora dell’opinione che la decisione di trasferirmi negli States, al momento in cui l’ho presa, fosse la migliore possibile; ma nel frattempo il bronzo alle Olimpiadi ha letteralmente cambiato la mia vita e le mie prospettive; inoltre, il tempo tra la bellissima avventura di Tokyo e il nuovo grosso cambiamento causato dal trasferimento a Raleigh è stato per me, con il senno di poi, troppo breve, in rapporto alle forti emozioni vissute e non ancora digerite. Pertanto, come ho serenamente deciso di volare in North Carolina, ho altrettanto serenamente risolto, assieme alle persone che mi sono vicine, di rientrare in Ticino, dove riprenderò ad allenarmi con Massimo Meloni e Andrea Mercuri, seguito come sempre dagli altri membri del mio Team. Gli obiettivi principali della stagione rimarranno pressappoco gli stessi e nei prossimi mesi valuterò nuovamente le opportunità di studio in Ticino, consapevole che ciò potrebbe significare dover accettare di impiegare un tempo più lungo per arrivare alla laurea.
Vi terrò informati con piacere e come sempre vi ringrazio con tutto il cuore per essermi costantemente vicini. Un ringraziamento sincero va anche a tutti coloro che mi hanno accolto alla NC State University.