Brittney Griner, condannata a 9 anni perché trovata in possesso di olio di cannabis, sta perdendo la speranza.
La cestista statunitense, con la guerra sullo sfondo e le forti tensioni tra Mosca e Washington, ha ricevuto una pena esemplare: «Ha già sofferto troppo in rapporto al suo crimine. Sta attraversando il momento più difficile della sua vita».
MOSCA - Non arrivano buone notizie dalla vicenda che vede coinvolta Brittney Griner, star della Wnba arrestata lo scorso febbraio in Russia perché trovata in possesso di olio di cannabis all’aeroporto Sheremetyevo, mentre arrivava dagli Stati Uniti. La cestista, con la guerra sullo sfondo e le forti tensioni tra Mosca e Washington, ha commesso una leggerezza ed è stata sanzionata con una pena esemplare a 9 anni di detenzione.
Per ottenere la liberazione della giocatrice gli USA hanno proposto negli scorsi mesi uno scambio di prigionieri, ma dopo l’iniziale ottimismo ora la stessa Griner sta perdendo la speranza.
«I due governi si sono seduti e stanno negoziando: pare ormai chiaro che mia moglie sia un ostaggio», ha spiegato alla "Cbs" Cherelle, moglie della giocatrice, alimentando i sospetti sui "piani" di Mosca, che avrebbe riservato un trattamento particolarmente severo alla donna (atleta di punta molto famosa oltreoceano) proprio per dare un segnale.
«Ha già sofferto troppo in rapporto al suo reato - aggiunge Cherelle, che negli scorsi mesi era stata rincuorata da Joe Biden - Dopo la prima telefonata mi ero sentita incoraggiata dal fatto che si potesse superare questo dramma, ma l’ultima chiamata è stata inquietante. Dopo aver riattaccato, penso di aver pianto per due-tre giorni di fila. Si sentiva che non stava bene. Non so se le è rimasto qualcosa dentro per continuare a svegliarsi e “lottare”. È nel momento più difficile in assoluto della sua vita. Ha molta paura di essere dimenticata o usata fino al punto di andarci di mezzo. Mi sta dicendo cose del tipo, "la mia vita non ha nemmeno più importanza"».
La speranza è che la situazione si sblocchi, prima che sia tardi. «Temo che se nel giro di un paio di settimane non si arrivi al ventilato scambio di prigionieri, possa finire ai lavori forzati. Le ho detto che continuerò a pregare ogni giorno affinché le persone a cui è affidato il suo destino abbiano pietà».