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PSICOLOGIA E SPORT«Una personalità in grado di affrontare eventi imprevisti può aiutare a proteggersi»

23.11.22 - 21:05
Molto spesso un infortunio va a mettere a dura prova la mente di chi lo subisce: ne parliamo con Porzia Zara.
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«Una personalità in grado di affrontare eventi imprevisti può aiutare a proteggersi»
Molto spesso un infortunio va a mettere a dura prova la mente di chi lo subisce: ne parliamo con Porzia Zara.
«Le personalità che evidenziano maggiori sentimenti di depressione, malessere e apatia, come anche personalità ansiose e perfezioniste riportano infortuni più frequenti».
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LUGANO - Per uno sportivo un infortunio è spesso una mazzata e un colpo al morale dal quale non è sempre evidente risollevarsi. Uno stop prolungato dalle competizioni che mette a dura prova non solo il fisico ma anche e soprattutto la mente dell'atleta, confrontata con una situazione del tutto nuova da gestire. Un percorso che delle volte, per coloro che sono chiamati ad affrontarlo, richiede uno sforzo importante. «L'infortunio? Viene vissuto differentemente da persona a persona, a dipendenza dell’impatto che ha sulla vita e sulla quotidianità – le parole di Porzia Zara, psicoterapeuta e psicologa dello sport – La risposta è correlata al grado di investimento nell’attività sportiva: più si è coinvolti in maniera esclusiva nello sport praticato, più la propria identità, efficacia e autostima saranno collegate a quest'ultimo».

Cosa succede alla mente di un atleta quando deve affrontare un percorso di questo tipo?
«Le risposte possono essere molteplici e andare dall’abbandono sportivo al ritiro sociale. Possono insorgere emozioni di rabbia, tristezza, umore depresso, frustrazione, senso di colpa verso sé stessi o terze persone, senso di solitudine, apatia, preoccupazione generale e ansia. Come anche un comportamento scontroso, sbalzi di umore, ma anche una percezione di incapacità e smarrimento nell'affrontare una situazione nuova. Questi stati d’animo emergono soprattutto nella fase acuta, ma non solo…».

Che contributo può dare un aiuto esterno in un momento delicato come quello infortunistico? 
«Lo psicologo dello sport può giocare un ruolo chiave sia nell’individuazione di eventuali fattori di rischio, sia nell'aiutare l’atleta a gestire le conseguenze di tali eventi. Potrà intervenire in tutte e tre le fasi che caratterizzano l’infortunio: la fase acuta, la fase riabilitativa e il ritorno alle competizioni, focalizzandosi però su aspetti mentali ed obiettivi di lavoro differenti. Inoltre, potrà lavorare a più livelli, sia direttamente con l’atleta, sia indirettamente, agendo sull’ambiente sportivo e sociale che lo circonda».

Un lavoro che è spesso fondamentale per non vedere il morale dello sportivo sprofondare...
«In generale il contributo del professionista sarà quello di agevolare il processo di recupero e riabilitazione a livello psico-emotivo, intervenendo qualora emergessero blocchi e malesseri psicologici. A livello individuale, oltre ad offrire uno spazio di ascolto e supporto, verrà accompagnato nel gestire emozioni, preoccupazioni e dolori associati all’infortunio. Sarà di particolare importanza lavorare sul dialogo interno e sui pensieri catastrofici che possono insorgere, come anche dare attenzione alla dimensione del dolore corporeo trattandolo con l’aiuto di tecniche mirate ed efficaci come per esempio l’EMDR (pratica che si focalizza sul ricordo dell'esperienza traumatica, ndr).

Quali sono i fattori mentali che possono favorire o prevenire un infortunio?
«Dalle evidenze scientifiche è emerso che una personalità in grado di affrontare gli eventi imprevisti può proteggere dallo stress e dallo stesso infortunio, aiutando a percepire come meno pesanti alcune situazioni ed eventi. Un atleta che si trova in una condizione di stress, avrà una risposta attentiva alterata con un conseguente aumento della tensione muscolare e la riduzione del campo visivo e quindi un aumento della distrazione. Inoltre, le personalità che evidenziano maggiori sentimenti di depressione, malessere e apatia, come anche personalità ansiose e perfezioniste riportano infortuni più frequenti».

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