L'ex fuoriclasse - insieme a suo fratello Roberto Assis - resta in una cella speciale ad Asunción
ASUNCION - L'ex calciatore brasiliano, Ronaldinho, e suo fratello, Roberto Assis, continuano a essere agli arresti in una cella speciale ad Asunción, capitale del Paraguay, per essere entrati nel Paese con passaporti risultati falsi.
Nel frattempo, la procura locale sta indagano se i due abbiano commesso altri reati. Per cercare di far uscire Ronaldinho e suo fratello dal carcere, il legale dell'ex milanista ieri ha presentato un ricorso chiedendo che i due inizino a scontare gli arresti domiciliari.
Un'udienza sul caso è prevista per oggi, quando le misure contro l'ex Pallone d'oro e suo fratello saranno riviste dalle autorità. Se la richiesta del loro avvocato verrà respinta, Ronaldinho e Assis rimarranno in prigione presso la sede del Gruppo specializzato della polizia nazionale. In caso contrario, i due dovrebbero essere trasferiti ai domiciliari in un qualche immobile nella capitale del Paraguay.
Nel frattempo, il presidente del Paraguay, Mario Abdo Benitez, la notte scorsa ha rilasciato un'intervista a una stazione televisiva locale, in cui ha dichiarato di aver dato l'ordine di indagare a fondo sul caso dei passaporti falsi di Ronaldinho e di suo fratello. Il presidente ha poi affermato di aver detto al suo ministro degli Interni, Euclides Acevedo, di andare a fondo su "chiunque sia implicato" nella vicenda.