Il numero 1 dell'Uefa: «Juve, Barcellona e Real terrapiattisti che credono alla Superlega»
NYON - Soltanto venerdì l'Uefa aveva deciso di non infliggere sanzioni ai dodici club ribelli, coloro che volevano prendere parte alla Superlega. Ma le cose potrebbero cambiare presto, in particolare per Juventus, Barcellona e Real, ovvero le tre società che ancora pensano che la competizione non sia naufragata.
A spiegare la situazione è il numero 1 del massimo organo calcistico continentale Aleksander Ceferin: «Ognuno dovrà subire le conseguenze delle proprie azioni, non si può far finta di nulla - le sue parole a "The Mail" - Per me c'è una bella differenza tra i club inglesi e gli altri sei perché gli inglesi sono stati i primi a tirarsi indietro, ammettendo l'errore. Ci sono tre gruppi in questi dodici club: i sei inglesi appunto, poi gli altri tre (Atletico Madrid, Milan e Inter, ndr) e poi quelli che considerano la terra piatta e pensano che la Superlega esista ancora (Juve, Barcellona e Real, ndr). E tra questi tre gruppi c'è una grande differenza. Tutti, comunque, saranno ritenuti responsabili. In che modo poi lo vedremo, ora è troppo presto per dirlo».
Ceferin è poi tornato a parlare del rapporto, ormai irrecuperabile, con Andrea Agnelli... «In generale sono stati giorni davvero stressanti, mi sono sentito come messo in lavatrice. Sabato 17 aprile sono andato in Svizzera, otto ore di auto, e avevo tutto pronto per parlare delle nuove riforme per la Champions League e le coppe europee. Stavo anche ringraziando Agnelli, ma da allora ho cambiato quattro volte il discorso. Stavano preparando cose delle quali non sono mai stato informato. Agnelli mi mentiva dicendo "Non è vero, non è vero...". Alla fine invece era vero e io devo raccontare pubblicamente ciò che è successo».