Il dg Campana: «C'è molta curiosità. Sarà interessante capire come potrà adattarsi e cosa potrà portare al gruppo».
«Tranne la figura del coach non ci saranno grandi cambiamenti nello staff. Si vuole dare continuità al lavoro che è stato svolto finora, anche se c'è un nuovo corso».
LUGANO - Il nuovo allenatore del Lugano è Abel Braga, che prende di fatto il posto di Maurizio Jacobacci sulla panchina bianconera.
Il tecnico 69enne ha praticamente trascorso tutta la sua carriera in Brasile – dove ha diretto le squadre più blasonate del territorio – e nella scorsa stagione è stato il timoniere dell'Internacional. «Si tratta indubbiamente di un nome importante, anche se in Europa non è molto conosciuto», ha analizzato il direttore generale del club Michele Campana. «Il suo curriculum parla da solo e non so se nella storia del campionato svizzero, almeno in tempi moderni, si sia mai visto un allenatore così vincente. C'è quindi molta curiosità intorno a questo personaggio, capire come potrà adattarsi e cosa potrà effettivamente portare al gruppo. Da parte dello staff che rimane, ci sarà ovviamente la volontà di aiutarlo ad ambientarsi velocemente, anche perché come ben sappiamo la pausa estiva dura poco in Svizzera e sarà necessario arrivare pronti per l'inizio del campionato».
In 36 anni di carriera Braga ha infatti conquistato più di venti trofei ed è anche riuscito nell'impresa di collocare nella sua bacheca sia una Copa Libertadores – ovvero la Champions League sudamericana – sia un Mondiale per Club (in finale contro il Barcellona), con entrambi i successi colti nel 2006 con l'Internacional. «Ha vinto più o meno ovunque sia stato e conquistare così tanti titoli non è una cosa che capita per caso. Braga è stato anche in grado di imporsi fuori dal Brasile e questo significa che ha sicuramente delle qualità importanti. L'ho visto due volte in videoconferenza, mi sembra motivato e ha delle idee molto chiare di calcio. Vedremo cosa succederà».
Se a 69 anni ha deciso di buttarsi in questa avventura significa che crede ciecamente nel progetto. «Un'altra cosa che mi ha sorpreso è stata tutta l'energia che ha trasmesso, così come la volonta di rimettersi in gioco alla sua età e in un campionato che non conosce. Bisogna dire che è arrivato solo grazie ai contatti che ha con la nuova proprietà, altrimenti non sarebbe mai stato possibile e nemmeno immaginabile, poiché ha accettato delle condizioni economiche che normalmente avrebbe rifiutato alle nostre latitudini».
A parte l'allenatore, le intenzioni della nuova proprietà sono quelle di mantenere uno zoccolo duro all'interno dello staff tecnico. «Tranne la figura del coach non ci saranno grandi cambiamenti nello staff. Alla fine l'obiettivo è quello di non stravolgere troppo determinate posizioni all'interno della società, anche perché non avrebbe molto senso. Si vuole dare continuità al lavoro che è stato svolto finora, anche se c'è un nuovo corso. Siamo contenti che questo sia stato ben compreso, sia dal lato amministrativo, sia da quello tecnico. Sono dell'idea che sia fondamentale mantenere il legame con il territorio e appoggiarsi su personaggi - come i nostri assistenti allenatori o i membri dello staff - che conoscono molto bene il campionato svizzero».