Roberto Mancini: «Delusione immensa, è il momento più difficile della mia carriera»
Prima Russia 2018, ora Qatar 2022: l’Italia non ha imparato dai suoi errori.
PALERMO - Il successo a Euro 2020 - giocato nel 2021, ma poco importa - e soprattutto il modo nel quale aveva affrontato quella competizione e le qualificazioni che l’avevano preceduta, avevano fatto pensare che l’Italia avesse finalmente voltato pagina. Che si fosse definitivamente lasciata alle spalle il proficuo vecchiume del catenaccio, del difendo e poi nel caso riparto, per abbracciare un gioco moderno. In realtà, ben pilotata da Roberto Mancini, l’Italia aveva “solo” cominciato a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, ma senza terminarlo. E soprattutto lo aveva fatto senza avere le necessarie "basi".
Finché l’entusiasmo, la fame e la serenità hanno accompagnato il lavoro della selezione azzurra, tutte le pecche di un movimento che non sforna più talenti a quintali sono state mascherate. Quando però, dopo le enormi sbronze estive, è sopraggiunto un po’ di appagamento, ecco che l’aria nuova ha cominciato immediatamente a non essere più frizzante. Il mister ha continuato sulla strada del “gioco”, è vero; facendolo con ragazzi che campionissimi non sono (e motivati neppure) ecco che i risultati sono velocemente evaporati. Una qualificazione che pareva comodissima è così svanita davanti a una Svizzera più solida e anche fortunata. È poi arrivata la chance dei playoff e anche quella è stata sprecata contro un avversario incredibilmente più debole. Certo, anche la Macedonia del Nord è stata accompagnata dalla Dea bendata (non vinci un match del genere se non ti “gira bene”); l’Italia sbaglierebbe tuttavia clamorosamente se pensasse che quanto accaduto sia solo frutto del caso. Non è frutto del caso se provi a giocarti un Mondiale mettendo in campo (anche) Chiellini e João Pedro. Non è frutto del caso se molti di quelli schierati avrebbero fatto una figura migliore in una puntata di “Chi l’ha visto?”.
Giovani, movimento, stranieri… negli ultimi 30 anni, beandosi di risultati oggettivamente importantissimi, in Italia si sono completamente disinteressati della programmazione. E quando le generazioni di fenomeni sono passate - pesa il caso ma anche come coltivi i tuoi virgulti - si sono trovati in enorme difficoltà. Come ripartire? Forse ora è meglio decidere da chi ripartire, perché pure il fino a ieri osannatissimo Mancini adesso traballa.
«È il momento più difficile della mia carriera, è una delusione immensa», ha ammesso a caldo lo jesino, che già pare pensare a come smarcarsi. Lui che aveva rimosso le macerie lasciate da Ventura e, con il gioco, riacceso i riflettori sul calcio della Penisola, potrebbe presto essere un ex. Dopo l’eliminazione, per l’Italia sarebbe un nuovo colpo durissimo.