«Bentancur a Bellinzona? Ha capito che l’unico modo per ottenere risultati era costruire un club professionistico»
«Bellinzona club del mio cuore, sarebbe bello poter tornare».
BELLINZONA - Gaston Magnetti ha cominciato la stagione nella rosa del Bellinzona, ma il campo non l'ha mai visto. Ovvio, tenuto conto del tremendo infortunio patito lo scorso anno.
Eppure l'argentino non ha gettato la spugna: nonostante i 37 anni compiuti il pallone è infatti ancora nel suo cuore, nonostante i 37 anni compiuti si sente ancora un calciatore. Ed è per questo motivo che nelle ultime settimane ha ripreso ad allenarsi. Non con la maglia granata, però: si è mosso con Stella Capriasca e Insubrica.
«Per questo devo ringraziare Admir Batlak e Vincenzo Del Villano, che mi hanno permesso di allenarmi e provare nelle loro squadre - ci ha raccontato proprio Magnetti - da sei mesi ho ripreso a correre; giocare davvero è comunque un'altra cosa. E mi serviva stare in campo per ritrovare le vecchie sensazioni».
Un guaio ai legamenti del ginocchio, come quello capitato all’attaccante, di solito è sinonimo di ritiro quando subito in età “avanzata”...
«Crociato, menisco: ho fatto tutto. Visto che dovevo proprio farmi male… ho pensato di farlo per bene. Che senso avrebbe avuto un infortunio piccolo? - ha continuato ridendo Gaston - Scherzi a parte, non ho mai mollato e davvero vorrei continuare a giocare. L'obiettivo è quello di rimanere su un campo da calcio. Il desiderio più grande, però, è quello di poter vestire un ultima volta la maglia del Bellinzona. Penso a dieci minuti, dieci minuti di fuoco, quest'anno durante l'ultima partita di campionato. Questo per chiudere con una gioia la mia avventura con i granata e per ringraziare la società per tutto quello che ha fatto per me. Se gli ultimi 90’ di stagione saranno decisivi per l’ACB non si potrà chiaramente fare nulla; se i giochi saranno fatti e se starò bene, mi piacerebbe tuttavia davvero poter essere ancora protagonista, mi piacerebbe poter salutare tutti. Sto lavorando per quello».
Il Bellinzona spera in futuro in Challenge League.
«Ora c’è mister Schällibaum, con il quale ho lavorato proprio al Comunale e anche a Chiasso. È un vincente. Sono convinto che farà bene».
Il rapporto con il club è a scadenza: si sta insieme, si vince, ci si saluta.
«Credo che l’allenatore e la società abbiano deciso di pensare al presente ma non si siano preclusi nulla per il futuro. In caso di successo finale, una chiacchierata Schällibaum e Bentancur la faranno».
Bentancur si è impegnato molto per far tornare competitivo il Bellinzona.
«Ha capito che l’unico modo per ottenere risultati era costruire un club professionistico. E si è giustamente mosso di conseguenza. Solo per questo, perché i miei impegni lavorativi non mi permetterebbero di impegnarmi al 100%, non potrò continuare a vestire quella casacca. Comunque, per quel che mi riguarda, posso solo ringraziare Bentancur per l’opportunità che mi ha dato. Con lui ho un gran rapporto».
Niente più granata; quale sarà quindi il prossimo colore di Magnetti?
«Io mi vedo ancora calciatore. Se starò bene, spero di trovare qualche società pronta a darmi una possibilità. Il Bellinzona rimane comunque nel mio cuore e, se ci sarà la possibilità, una volta appese le scarpe al chiodo sarebbe bello poter tornare».
Per fare l’allenatore?
«No, in quel ruolo non mi vedo proprio. Ora sono concentrato sul ritorno in campo. Se in futuro il “mio” club mi chiamerà per dare una mano, mi metterò sicuramente a disposizione».