«Gnonto come Shaqiri? A me la sua situazione ricorda più quella di Raffael, a Chiasso solo con le speranze e poi…»
Arno Rossini: «Gnonto da Champions se… ci sono quattro elementi fondamentali».
ZURIGO - Nel giro di un paio di settimane Wilfried Gnonto è passato dall'essere un giocatore semisconosciuto a uno dei nuovi fenomeni del pallone. O almeno, meglio specificare: “semisconosciuto” per chi non seguiva il calcio svizzero. Capace di mettersi in mostra con lo Zurigo, il giovane attaccante era infatti già noto alle nostre latitudini. Questo ben prima dei suoi exploit con la maglia della nazionale italiana. Il ragazzo ha tanta qualità ma ha solo 18 anni; prima di presentarlo come fosse un campione è, quindi, meglio attendere che completi il suo processo di maturazione. Che esploda. Che si confermi.
«Ha temperamento, personalità, fisico e doti - è intervenuto Arno Rossini - ma per favore non cominciamo a paragonarlo a Messi».
Tagliamo subito la testa al toro: può diventare un fenomeno, se già non lo è?
«Un fenomeno? Può diventare un calciatore molto importante, questo sì. Parlo di quelli che giocano da protagonisti nelle grandi squadre d'Europa, di quelli che lasciano il segno in Champions League. Per arrivare a quel livello, però, deve fare ancora molta, molta strada. Non si deve perdere. A parer mio sono quattro gli elementi fondamentali, decisivi nel suo processo di maturazione: la famiglia, il gruppo, l’agente e il club».
Quattro capisaldi.
«Avere dei genitori, dei parenti, che hanno fatto dei sacrifici per poterti permettere di giocare, avere un esempio del genere, è sicuramente importante. Ti permette di dare il giusto valore a tutto e ti spinge a non fare errori troppo grandi. Questo è il caso di Gnonto, che sbaglierà ancora molto perché, in fondo, non dimentichiamolo, è sempre un ragazzo. Cadrà, ma se affiancato da persone fidate riuscirà a rialzarsi in fretta».
Il gruppo, invece?
«Il gruppo è… la squadra. È lo spogliatoio. Wilfried mi sembra un bravo ragazzo. Mi sembra uno capace di farsi voler bene. Se è davvero così, se come mostrato quest'anno è uno di quelli che lavora sodo e quando chiamato in causa si fa sempre trovare pronto senza mettere il broncio, allora questo è un altro punto a suo favore».
Rimangono due elementi.
«L’agente di Wilfried è Claudio Vigorelli, uno molto bravo. Perché una carriera si completi “correttamente”, è determinante che l’agente non sia precipitoso, che faccia le scelte giuste non preferendo il guadagno immediato a quello, possibile, futuro. Il classico passo che non deve mai essere più lungo della gamba…».
Chiudiamo quindi con la società: lo Zurigo ha scommesso su Gnonto e gli ha dato una grande opportunità. Lo Zurigo ha però anche vietato al ragazzo di prendere parte all’Europeo U19 con la nazionale azzurra. Ancillo Canepa ha motivato il “blocco” con la necessità del ragazzo di riposare dopo le fatiche con l’Italia “maggiore” e con gli impegni, ormai prossimi, dei biancoblù tigurini.
«Tutto vero, tutto giusto. Canepa coccola il suo gioiellino come fosse un figlio, come fosse un nipote. Ma è un bel furbo: coccola anche l'investimento che ha fatto. Scendere in campo è infatti sempre rischioso: stiamo comunque parlando di un patrimonio per il club. Un ragazzo che vale milioni e che, in caso di infortunio, potrebbe vedere la sua quotazione crollare. Per lo Zurigo sarebbe un colpo durissimo».
Zurigo che è sicuro di poter tenere Gnonto solo fino al giugno 2023: il contratto è in scadenza…
«Ecco, più che farlo pensare al campo, al Letzigrund si impegneranno affinché Wilfried possa concentrarsi sul rinnovo. O possa accettare una cessione».
Un eventuale nuovo accordo ai biancoblù costerebbe carissimo: potrebbero essere costretti a pagare 30-40’000 franchi al mese per convincere il giovane alla firma.
«Fossi in loro, gliene offrirei anche 50’000 al mese pur di bloccarlo. Tanto poi, in caso di rivendita, quei soldi rientrerebbero subito. Io lo vedo come un ottimo investimento, molto proficuo».
Ma il ragazzo farebbe bene a rimanere?
«In questo momento ha bisogno di giocare. E una stagione all'estero, sono in tanti in italia che finalmente l'hanno capito, è realmente formativa. Ti fa crescere più velocemente rispetto a una giocata in “casa”».
Gnonto ha più volte detto che all'Inter, il suo club formatore, tornerebbe volentieri.
«Ha tutto il tempo per farlo. Se proprio vuole rientrare in Italia, però, fossi in lui sceglierei una società come il Sassuolo o una come l’Atalanta. Lì potrebbero garantirgli, se non la titolarità, sicuramente tanti minuti in campo. E solo di questo ha bisogno per affermarsi definitivamente».
Giovane promessa in una big del calcio svizzero per poi volare verso un campionato più prestigioso. Un paragone Gnonto-Shaqiri regge?
«Forse come operazione e cifre potenziali. La situazione dell’attaccante italiano mi ricorda però molto più quella di Raffael, arrivato a Chiasso senza conoscere la lingua, senza certezze e solo con tante speranze, affermatosi a Zurigo e poi diventato grande e milionario in Germania. Quello è un percorso che potrebbe fare Wilfried. Ne ha le possibilità; starà a lui arrivare fino in fondo non smettendo mai di lavorare».