Raimondo Ponte sull'immagine che ha oggi il Lugano oltre Gottardo: «Tutti adesso guardano il Lugano con molto rispetto»
In carriera, da giocatore, Raimondo Ponte ha vinto tre volte il campionato nazionale con il GC ('78, '83, '84) e due volte la Coppa Svizzera sempre con le Cavallette ('83 e '88). Da allenatore, venne sostituito da Gilbert Gress proprio prima della finale vinta nel 2000 dallo Zurigo.
LUGANO - Un mese di passione attende il Lugano. Il percorso comincerà domani con la sfida interna contro il San Gallo (la prima delle cinque partite valide per il Championship Gruop) per terminare il 2 giugno con la finale della Coppa Svizzera, la terza consecutiva per la squadra del Crus.
«La lotta per il titolo? Spero davvero che il Lugano ce la faccia - è intervenuto Raimondo Ponte, ex allenatore fra le altre dello stesso Lugano, del Chiasso e del Bellinzona - Soprattutto per Croci-Torti, che conosco molto bene visto che l'ho allenato. Mi fa davvero tanto piacere che i bianconeri siano lì a lottare per il titolo».
Nella griglia di partenza, i ticinesi partono però da -6...
«Sì, diciamolo subito, sei punti sono tanti: recuperarli in cinque partite sarà molto complicato. Alla luce di ciò, lo Young Boys parte in avanti. Anche se lo scontro diretto dell'11 maggio potrebbe mischiare le carte in tavola...».
Cosa rende speciale Mattia Croci-Torti?
«È sicuramente un allenatore bravo e preparato che sa quali corde toccare con ogni elemento della sua rosa. Oggigiorno non puoi insegnare tutto ai tuoi giocatori, i quali dovrebbero sempre avere la motivazione al 100%, almeno per coloro che mirano a raggiungere certi livelli. Ma il Crus è in grado di tirar fuori quel qualcosa in più da ognuno. E questo fa la differenza... Non so dire se oggi è il migliore in Svizzera, ma sicuramente è uno dei migliori».
...e la finale di Coppa?
«Con il Servette sarà una grande finale, la migliore che potesse uscire dalle semifinali. È vero, il Winterthur sta facendo bene ma non ha lo stesso appeal del Servette. Chiamerò il Crus per chiedergli se mi procura un biglietto per la partita...».
Oltre Gottardo, la considerazione e la percezione del calcio ticinese sono cambiate?
«Certamente. Le cose sono cambiate e tutti adesso guardano il Lugano con molto rispetto, soprattutto per come stanno lavorando. Negli anni scorsi, invece, il calcio ticinese era un po' finito nel dimenticatoio e in Svizzera Interna non era così considerato. Oggi, come detto, grazie al Lugano, le cose sono cambiate».
Fra le grandi delusioni dell'anno, c'è senza dubbio il Basilea...
«Parlerei di grandissima delusione. Chi c'è sul ponte di comando forse sta pagando l'inesperienza. Ci sono stati e ci sono troppi cambiamenti in seno alla rosa e così è difficile costruire qualcosa di concreto. I giocatori faticano ad ambientarsi, contrariamente per esempio a quello che accade a Lugano».
Di cosa si occupa oggi Raimondo Ponte?
«Oggi faccio il pensionato...».