Il calciatore brasiliano Felipe Sodinha ha raccontato di un party al quale aveva preso parte anni fa a Varese
In campo era sicuramente un campione. Uno che con il pallone fra i piedi era capace di tutto... E fuori dal campo, quando non faceva il calciatore, che tipo era Ronaldinho? A raccontare i piccanti retroscena ci ha pensato Felipe Sodinha, calciatore brasiliano che - fra le altre - ha vestito le maglie del Brescia fra il 2012 e 2015, nella Serie B italiana.
«Mi vengono a prendere alcuni miei amici ed entriamo in macchina - comincia così il suo racconto affidato al podcast "Centrocampo" - Credevo stessimo andando a Milano. Invece no, a un certo punto vedo la macchina che va in un'altra direzione, a Varese. Mi dicevano: stai tranquillo, è una bella cosa… Non ti preoccupare. Il gruppo arriva quindi in una villa lussuosa, immersa nel verde. Io non sapevo che quella fosse casa di Ronaldinho, stentavo a credere ai miei occhi. Scendiamo e vedo lì cinquanta ragazze e nessun maschio… Mi sono detto: ma cos'è, il paradiso? A un certo punto vedo lui, Ronaldinho, uscire dal bagno, gli salto addosso e lo abbraccio. Mi dice: fa come se fossi a casa tua. Lì c'è il bar, lì la piscina… Vai, divertiti».
L'oggi 36enne prende parte a uno dei party più esclusivi ai quali ha partecipato in vita sua: «Ho bevuto tanto whisky, mi sentivo ubriaco. Ricordo che a un certo momento mi sono alzato e sono entrato in una stanza buia. Non si sentivano rumori, niente. Ho appoggiato la mano alla parete per cercare l'interruttore e quando si è accesa la luce mi accorgo che ero finito in una sala enorme piena di vini. Mi guardo intorno e vedo che c'è un calciatore biondo e bellissimo che si baciava con una mora e una bionda. Non vi dico chi è, non posso… Posso solo dirvi che era uno molto famoso. Quale fu la mia reazione? Dissi: sorry… sorry… e me ne andai. Spensi la luce e non ci credevo che era proprio lui. C'erano quattro, cinque calciatori del Milan ma non posso dire chi erano. Uno di questi era biondo e bellissimo e molto ambito dalle ragazze presenti. Sono andato via con un sorriso grande così… Era andato tutto benissimo. Erano le 6.30, forse anche le 7 del mattino. Ho baciato i piedi di Dinho e l'ho ringraziato».