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GERMANIA 2024«La Svizzera gioca bene, ma l’Italia resta spigolosa. Mi aspetto una sfida molto tattica»

27.06.24 - 21:40
Paolo Tramezzani analizza l'Euro-duello: «Il gol di Zaccagni può essere una "sliding doors" che cambia tutto»
Freshfocus/archivio
«La Svizzera gioca bene, ma l’Italia resta spigolosa. Mi aspetto una sfida molto tattica»
Paolo Tramezzani analizza l'Euro-duello: «Il gol di Zaccagni può essere una "sliding doors" che cambia tutto»
«Murat Yakin invece può fare dei cambi senza abbassare il livello, fattore importantissimo quando si gioca ogni 3-4 giorni. La Svizzera a tratti mi ha ricordato l’Atalanta di Gasperini».
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BERLINO - Avanti senza gloria, ma pur sempre in corsa e con la possibilità di iniziare a scrivere tutta un’altra storia a partire dagli ottavi. In tanti hanno inquadrato così il percorso dell’Italia di Spalletti, promossa grazie allo squillo di Zaccagni al minuto 98 del match contro la Croazia. Ebbene sì perché senza quel gol, per come si sono “completati” gli altri gironi, gli azzurri sarebbero tornati clamorosamente a casa, esclusi anche dalle 4 migliori terze. Scivolone scongiurato, e così all’orizzonte c’è un derby da brividi con la Svizzera. Per proiettarci verso la sfida di Berlino abbiamo interpellato Paolo Tramezzani, tecnico che conosce benissimo entrambe le realtà.

La prima domanda è la più gettonata e per certi versi scontata: chi deve avere “paura” di chi? Molto più difficile rispondere, perché entrano in gioco la storia e il palmarès (indubbiamente a favore dell’Italia, pur sempre campione in carica), ma pure i precedenti più recenti o lo stato di forma delle squadre, col termometro che in questo caso sembra indicare la Svizzera.

«Infatti non parlerei di paura da nessuna delle due parti, ma piuttosto di rispetto reciproco tra squadre che si conoscono bene - interviene Tramezzani, mister che in Ticino e a Lugano ha lasciato ottimi ricordi - La Svizzera ha diversi elementi che militano in Serie A o sono passati dall'Italia (come Widmer e Shaqiri, ndr). Non è una sorpresa. Basta aprire gli occhi e guardare il cammino che ha fatto negli ultimi 10 anni abbondanti tra Europei, Nations League e Mondiali. La vedo come una piacevole conferma. Come squadra ha tutto. Gioca bene e ha ottime individualità».

Aspetti sin qui confermati ad Euro 2024.
«Ha fatto un percorso più lineare e netto rispetto all’Italia, sfiorando un primo posto che sarebbe anche stato meritato. A tratti ha messo sotto la Germania a casa sua, giocando senza timore e con intelligenza. Arriva meglio e in grande fiducia a questo ottavo di finale. D'altro canto l’Italia è sempre spigolosa e il gol di Zaccagni può essere una “sliding doors”. Di quelle che cambiano il corso degli eventi e dei grandi tornei. Da quel lampo al 98’ può partire un altro Europeo, da giocare con maggior fiducia e intraprendenza. L'italia deve giocare come tale. Sanno di avere storia e tradizione, ma da questo non devono farsi schiacciare. Io dico che sin qui ha fatto il minimo passando il turno, ma quel gol ha tolto pressione e un’enorme pesantezza. Ora può cambiare tutto e si torna proprio a Berlino, a 18 anni di distanza dal Mondiale vinto nel 2006».

La Svizzera ha mostrato un gioco moderno. Murat Yakin ha diverse frecce al proprio arco, con giocatori fisici e dinamici.
«Sì, penso soprattutto a Ndoye, Embolo e Vargas. Poi ci sono big come Akanji e Xhaka, che anche nei club lavorano con grandi allenatori come Guardiola e Xabi Alonso, che interpretano il calcio in un determinato modo. Murat Yakin ha potuto fare diversi cambi senza mai abbassare il livello della formazione in campo. E questo, quando si gioca ogni 3-4 giorni, è un fattore importantissimo. Contro la Germania mi ha ricordato un po’ l’Atalanta di Gasperini. È una Svizzera che in questo momento ha più certezze rispetto agli Azzurri e la considero più forte».

E forse anche con meno incognite. Spalletti sta facendo sia il ct che il “filosofo”. Dopo il match con la Croazia ha palesato nervosismo, scagliandosi anche contro i media (con tanto di scuse). Ha cambiato assetto tattico e interpreti - sacrificato ad esempio Chiesa, uno dei più “attesi” - tanto che al momento è davvero difficile prevedere la formazione titolare.
«Ha cambiato ma la squadra non è praticamente mai migliorata. In tre partite gli attaccanti hanno fatto forse un tiro in porta (uno, con Scamacca, ndr). In fase realizzativa ha avuto bisogno di altre risorse e deve ringraziare soprattutto Barella, Bastoni e Calafiori. Nel gol di Zaccagni ha fatto lui la giocata da campione. Quella rete al 98’ ha nascosto tanti problemi. La gara con la Croazia mi è anche piaciuta, ma si sono visti ancora parecchi limiti. E questa Italia ne ha…. Detto questo considero Spalletti un ottimo allenatore, alle prese con un compito tutt’altro che facile. È una Nazionale diversa da quella di un tempo, infarcita di campioni come nel 2002 o nel 2006. È normale che ora debba puntare sul gruppo e sul mentale. Troppo filosofo? Non direi, è sempre stato così. Però attenzione: i messaggi che manda verso l’esterno sono diversi da quelli che lancia all’interno del gruppo».

La Svizzera sarà priva dello squalificato Widmer (dentro Stergiou?), mentre all’Italia mancherà proprio Calafiori.
«Quella di Calafiori sarà un’assenza di peso. È un giocatore vero e al Bologna l'ha dimostrato. Per come imposta e accompagna l’azione è come un regista. E sa difendere benissimo. Lo ricordo ai tempi del Basilea, quando l’abbiamo affrontato. Giocava terzino sinistro e nel complesso aveva fatto bene, ma non si pensava che potesse raggiungere questi livelli nel giro di due anni. Ha fatto un grande cammino, simile a quello di Dimarco, che però ha avuto una trafila davvero importante anche in tutte le nazionali giovanili. Pure Federico è passato dalla Super League e l’ho allenato a Sion. Aveva avuto una stagione travagliata a seguito di un serio infortunio proprio alla prima giornata, ma si vedevano bene tutte le sue qualità. Ora è arrivato un po’ scarico a fine stagione dopo una grande cavalcata con l’Inter. Si vede che gli manca qualche cavallo nel motore, ma lo considero uno dei terzini sinistri più forti in Europa». 

Proviamo a fare un pronostico.
«Mi aspetto una bella partita a livello di emozioni e intensità. Sicuramente molto tattica e con possibili supplementari. E lì può succedere di tutto. Sarà importante la strategia di gioco dei due allenatori. È il fattore che può cambiare il match in corso d’opera, anche grazie alla bravura dei singoli. E se devo analizzare le due squadre oggi vedo la Svizzera con giocatori più veloci e incisivi. Di quelli che quando partono palla al piede ti fanno male. Questa squadra mi aveva impressionato nel match di Roma verso i Mondiali - sappiamo tutti come andò a finire… - e ora può rigiocare quel tipo di partita. Anzi, in questi anni è ulteriormente cresciuta».

Nel complesso l’Euro sta sorridendo a squadre anche più “piccole”, ma che negli anni hanno lavorato bene.
«Il gap è diminuito. E non perché il livello si sia abbassato. A volte bisogna accantonare la presunzione di pensare di essere sempre i migliori. Il calcio italiano ha già perso troppo tempo, mentre altre nazionali sono cresciute. Penso ad Austria, Slovenia, Slovacchia, eccetera. La Svizzera già da tempo. Non a caso Giovanni Sartori, che reputo il miglior ds in Italia, viene sempre a visionare il campionato elvetico. A Bologna ha portato Ndoye, Freuler ed Aebischer. Io stesso nel 2011, quando lavoravo per l’Albania, facevo come lui. Ogni weekend ero in Svizzera per osservare un sacco di giocatori albanesi e kosovari. E lo trovavo sempre in tribuna».

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