Chiacchierata con il difensore biancoblù Michaël Ngoy: «Lavorare bene in estate è la base per prolungare la carriera»
«Dopo 3-4 settimane di lavoro individuale ero un po' stufo»
AMBRÌ - Il rinnovo annuale, la felicità per l'arrivo del quarto bimbo e un lockdown trascorso per intero tranquillamente a casa. Si possono riassumere così le ultime settimane di uno dei pilastri della difesa dell’Ambrì Michaël Ngoy. La crisi sanitaria legata al coronavirus si sta pian piano affievolendo e anche la formazione di Luca Cereda ha finalmente potuto iniziare a lavorare in gruppo. In attesa di una stagione che si spera potrà partire regolarmente.
«Da lunedì abbiamo iniziato a lavorare insieme, dopo un mese di aprile in cui ogni giocatore ha svolto i vari esercizi individualmente a casa - le parole di Ngoy - Dall'1 giugno ci siamo infatti ritrovati in palestra in piccoli gruppi. Soltanto il lunedì e il mercoledì pomeriggio l'intera squadra può sostenere i propri allenamenti insieme».
Quest'anno la preparazione è iniziata in maniera un po' insolita...
«Avevo tutto ciò che mi serviva per allenarmi nella mia terrazza. Devo però ammettere che dopo 3-4 settimane ero un po' stufo. Poter andare in palestra per me è fondamentale: anche soltanto per scambiare qualche chiacchiera con un compagno».
La tua forma fisica all'età di 38 anni dimostra che questo è un momento imprescindibile per un giocatore di hockey.
«Lavorare bene nei mesi di maggio, giugno e luglio è la base per prolungare il più possibile la propria carriera. Con tutte le partite che giochiamo non si può pensare di barare in estate. A tanti giocatori questa parte di stagione non piace, ma è fondamentale. Alzarmi al mattino e dover andare in palestra non è affatto un peso».
Quanto cambierà il nostro campionato senza relegazioni?
«Sono sincero: inizialmente quando ho sentito che avrebbero tolto la retrocessione non ero così contento. Ho avuto timore che il livello del campionato si potesse abbassare. In seguito però la mia idea è cambiata, ho trovato geniale l'introduzione delle due mini-serie tra le quattro squadre fra il settimo e decimo posto. È una formula che terrà viva la regular season fino alla fine, evitando che una compagine possa sedersi già a Natale. Avere la pressione di dover vincere a ogni partita è fondamentale nel nostro sport. Per questo sono felice che si sia trovata questa soluzione».
Un'ultima domanda: cosa ti rimarrà dei tre mesi legati alla pandemia?
«Per tanti posso capire che non sia stato un periodo facile. Personalmente mi piace molto stare a casa con i miei bimbi e in famiglia avevamo tutto per essere tranquilli. Per questo non mi è pesato tanto. Nonostante ciò, comunque, ci siamo accorti quanto un semplice aperitivo o una gita in montagna faccia bene a tutti noi. Sono piccole cose che però sono importanti. Sono sicuro che adesso ognuno di noi si godrà ancor di più alcuni momenti. Se sono già uscito a cena dopo la riapertura di bar e ristoranti? Una volta sì con la famiglia. Ad ogni modo ci piace anche organizzare aperitivi a casa nostra con del buon vino».