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L'OSPITE - STEFANO TOGNI «Gautschi come Duca e Raffainer: largo ai giovani»

30.07.20 - 12:00
Stefano Togni: «McSorley ha scritto la storia del Ginevra, ma si è reso conto di avere fatto il suo tempo»
Tipress, archivio
Paolo Duca e Marc Gautschi in azione con l'Ambrì.
Paolo Duca e Marc Gautschi in azione con l'Ambrì.
«Gautschi come Duca e Raffainer: largo ai giovani»
Stefano Togni: «McSorley ha scritto la storia del Ginevra, ma si è reso conto di avere fatto il suo tempo»
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Negli scorsi giorni il Ginevra ha comunicato l'ingaggio di Marc Gautschi al posto di Chris McSorley in qualità di direttore sportivo.

Per il 37enne sarà la prima esperienza della sua carriera con queste funzioni, anche se conosce già l'ambiente di Les Vernets poiché l'ha vissuto a due riprese. L'ex difensore ha infatti dapprima difeso i colori delle Aquile come giocatore (2011/2013), dopodiché ha ricoperto lo scorso anno il ruolo di assistant-coach della U17. «Prima o poi l'era Mc Sorley doveva finire», ha analizzato l'ex attaccante di Lugano e Ambrì degli anni '90 Stefano Togni. «Chiaramente per Gautschi non sarà semplice sostituire un personaggio del genere, anche se sono convinto che abbia le qualità e le conoscenze necessarie per lavorare bene in questo ambito. È ovviamente un'altra persona rispetto a McSorley, ma ha già lavorato con lui e conosce di conseguenza molto bene la filosofia del club. Personalmente penso sia stato giusto sostituirlo con un giovane rampante, motivato e che abbia la possibilità di fare strada».

Dopo Raffainer e Duca, un altro “giovane” ex giocatore ha dunque deciso di mettersi a disposizione per un ruolo delicato come quello del ds. «Finora si sono rivelate tutte delle scelte azzeccate, anche perché questi personaggi hanno giocato molte stagioni ad alti livelli e adesso – che sono dietro a una scrivania – possono muoversi al meglio utilizzando tutta l'esperienza accumulata negli anni. Gautschi potrà sicuramente togliersi le sue soddisfazioni esattamente come stanno facendo Duca e Raffainer e a loro aggiungo anche Domenichelli. Sono quei personaggi che conoscono il mondo dell'hockey a 360 gradi».

Negli ultimi anni il ruolo del ds è un po' cambiato e sempre più ex giocatori, che hanno giocato a un certo livello, decidono d'intraprendere questa carriera. «Il ds deve essere un buon comunicatore, avere un certo polso ed essere bravo a fare il “trait d'union” fra il coach e la squadra. Quei giocatori che hanno vissuto tante stagioni sul ghiaccio, possiedono di conseguenza la mentalità vincente, non mollano mai e alla prima difficoltà trovano sempre una soluzione per uscirne».

E a Ginevra troverà una squadra giovane, che si è distinta particolarmente nello scorso campionato e con il roster già completo in vista della stagione 2020/2021. «Ultimamente il Ginevra ha fatto un grande salto di qualità e con coach Emond, che in precedenza aveva allenato per diversi anni l'U20 delle Aquile, ha trovato il proprio equilibrio. Il club sta lavorando molto bene con i giovani, ha delle basi solide e l'innesto di Gautschi segue proprio questa filosofia». 

Dopo Arno Del Curto un altro “senatore” dell'hockey ha quindi abbandonato la scena... «L'hockey sta cambiando e certi grandi personaggi di National League si sono resi conto di avere fatto il loro tempo e che era arrivato il momento di lasciare. Sono dei grandi anche sotto questo punto di vista, poiché non è mai facile decidere dopo una vita trascorsa a masticare hockey. McSorley per esempio ha scritto la storia del Ginevra e ha ricoperto moltissimi ruoli – anche il proprietario – ma passare il testimone è stata la decisione più saggia. Largo ai giovani».

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