L'ex coach del Bienne Antti Törmänen sul tumore: «È stato come essere colpiti alla nuca da una mazza da baseball»
BIENNE - Prima c'è stata la terribile diagnosi nell'estate del 2020: cancro alla cistifellea. Dopo sei mesi di chemioterapia intensiva, Antti Törmänen ha potuto vedere la luce in fondo al tunnel ed era stato considerato guarito. Ma poi la ricaduta la scorsa primavera, nel corso di un controllo di routine, proprio mentre il Bienne si stava preparando per i playoff, conclusisi con la finale.
«I playoff sono iniziati lo stesso giorno in cui mi è stata confermata la diagnosi - ha spiegato l'uomo ai media finlandesi - All'inizio la cosa è stata nascosta ai giocatori, ma ho subito informato la direzione del club. Prima le radiografie sembravano buone, poi, due giorni dopo, il cancro è riapparso, secondo i marcatori tumorali... È stato come essere colpiti alla nuca da una mazza da baseball».
Il "biennese d'adozione" è ancora in Svizzera, dove ha grande fiducia negli ospedali. Vive nel Canton Berna con la moglie e i due figli ormai grandi. «La nuova chemioterapia è iniziata lo scorso aprile ed è proseguita per circa sette mesi. La situazione è buona, anche se i marcatori tumorali nel sangue sono ancora alti».
Antti Törmänen ha potuto riprendere a fare sport: scia, gioca a tennis, cammina e frequenta una palestra di boxe. Ma, nonostante i suoi progressi e la fine delle cure per il cancro, non pensa che potrà tornare in panchina. «Probabilmente mi sottoporrò a un trattamento antitumorale una volta ogni quattro settimane, chiamato immunoterapia, e per un periodo molto lungo. È molto probabile che non sarò più un allenatore capo».