Il pilota italiano: «Non voglio polemizzare, ma ho rotolato per oltre cento metri senza che nessuno mi aiutasse».
Il 32enne non è nemmeno stato soccorso e ha poi raggiunto il centro medico a piedi.
RICHMOND - Danilo Petrucci è ancora sconvolto ed è tornato a parlare in seguito al brutto incidente - a 280Km/h - cui si è reso protagonista durante l'ultimo weekend. Il pilota italiano - giunto terzo in Gara-2 del MotoAmerica, al Virginia International Aceracea era caduto dopo aver tagliato il traguardo, anche se stranamente nessuno si era reso conto dell'incidente, poiché non è stato ripreso dalle telecamere. Il 32enne non era nemmeno stato soccorso e aveva poi raggiunto il centro medico a piedi, senza essere in grado di partecipare alla premiazione finale, che aveva visto trionfare Jake Gagne.
Petrucci ha riportato diverse bruciature ed ematomi, oltre a un taglio alla caviglia. «Una delle più brutte della mia carriera, ho rotolato per oltre cento metri», aveva scritto su Instagram. «Sono caduto a 280 km/h sulla linea del traguardo che è su un curvone di sesta piena per evitare un mio avversario. Ho buttato giù tre pannelli pubblicitari, ho diverse bruciature ed ematomi, così come un profondo taglio alla caviglia con cinque punti. Sono stato più di due minuti sdraiato a terra col rumore delle moto che passavano a fianco senza che nessuno mi aiutasse, fino a quando da solo mi sono alzato e sono andato a piedi al centro medico».
Nei giorni successivi è nata qualche polemica, così l'italiano è tornato a dire la sua su Twitter (notizia riportata anche da "Sportal"). «Non sono una persona a cui piace polemizzare, ma non mi piace leggere cose inesatte su di me. Sono scivolato lungo la pista e mentre ruzzolavo ho colpito dei pannelli pubblicitari. Uno di questi mi ha aperto lo stivale rompendomi la pelle e il perone. Ho ruzzolato per quasi 100 metri raggiungendo quasi la prima curva. Sono fortunatamente rimasto cosciente e ricordo tutto, ma soprattutto ero vivo e felice di essere sopravvissuto a un incidente a quella velocità. Ero sdraiato faccia a terra, cercando di respirare più aria possibile, aspettando che qualcuno venisse a vedere come ero messo, quindi dopo un po’ ho deciso di girarmi e di guardarmi attorno. Da un lato avevo la pista e i piloti che passavano, dall’altro un grande campo d’erba e nessuno all’orizzonte. Ho capito che stavo sanguinando e avevo dolore ovunque. Quindi, essendo da solo in un campo, mi sono alzato e ho atteso che l’ultimo pilota finisse la gara. Ho attraversato la pista e mi sono diretto a piedi verso il traguardo e la zona box. Mentre camminavo verso il paddock un ragazzo con un quad è venuto verso di me, io sono salito e mi ha portato al centro medico. Lì ho scoperto che nessuno ha visto il mio incidente in quanto non ci sono telecamere di sicurezza e usando le parole del direttore medico 'stavo guardando la tv e non si è visto il tuo incidente».