A Borgo Panigale manca il "guizzo finale" per potere ambire a lottare per il Mondiale
Dopo 10 gare disputate la Ducati ne ha vinte la metà. Eppure gli interrogativi e i dubbi non mancano...
BORGO PANIGALE - dal nostro corrispondente, Leonardo Villanova
Immaginate di guardare le statistiche nude e crude di questo Mondiale associate solo alle Case costruttrici. Dopo 10 gare disputate, metà stagione, la Ducati ne ha vinte la metà, ovvero 5, con altrettanti secondi e 4 terzi posti. Totale: 14 piazzamenti a podio su 30 disponibili, quasi il 50 per cento. Se poi si guarda ai risultati delle qualifiche, la percentuale sale ancora, perché le pole position sono ben 7 (70%), con altrettanti secondi e 5 terzi posti, per una media che si avvicina al 66%.
Se non è uno strapotere, ci siamo molto vicini, ancor più guardando ai risultati delle altre Case: la Yamaha si è portata a casa 3 vittorie e 3 secondi posti (con una sola pole, due secondi e un terzo posto in qualifica), l’Aprilia 1 vittoria e 4 terzi posti (una pole, due secondi e tre terzi posti), KTM 1 vittoria e un secondo posto (zero presenze in prima fila), Suzuki un secondo e un terzo posto (zero prime file) e la Honda un solo terzo posto (e zero prime file). Quindi, se il nostro lettore, memorizzate le classifiche, andasse a guardare quella piloti, si aspetterebbe come minimo di vedere un pilota Ducati in testa al Mondiale. Mentre invece non solo nessun pilota della rossa è davanti a tutti, ma il migliore in classifica è solo terzo, e comunque con un distacco bello importante di oltre 2 GP dal leader, quel Fabio Quartararo, che a suon di risultati e una costanza pesanti, sta facendo il vuoto in sella alla Yamaha, con Aleix Espargaro e l’Aprilia primi inseguitori a -34.
La prima Ducati è quella di Johann Zarco, il francese della Pramac che si sta confermando un bel passista, senza però mai trovare l’acuto. Le Rosse di chi, a inizio stagione, partiva per puntare in alto, Francesco Bagnaia, soprattutto, ma anche Jack Miller e Jorge Martin, navigano invece lontano, con davanti a loro anche quell’Enea Bastianini che con la Ducati 2021 fino a questo momento ha alternato grandi cose (3 vittorie) a prestazioni pacchiane e deludenti. Siamo al giro di boa del campionato, e di cose ne possono succedere tante, ma immaginare un Quartararo che dilapidi un vantaggio così importante è difficile soltanto da pensare. Cosa che porta a dire come, nonostante abbia la moto migliore sulla griglia, la Ducati stia ancora una volta dimostrando di essere incapace di tradurre in soldoni una superiorità tanto netta: tutti i piloti ormai vanno forte con la Desmo, ma dov’è la stella capace di vincere il Mondiale? Perché con tre errori (più l’abbattimento subìto a Barcellona e il disastro in Indonesia, 15°) in 10 gare, tutti piuttosto eclatanti, Bagnaia sta iniziando a suscitare dubbi sulla effettiva capacità di giocarsi il titolo, preda di un nervosismo e una intolleranza alla pressione che da uno come lui non ci si aspetta. Non poteva più sbagliare dopo la caduta di Le Mans, Pecco, invece in Germania è riuscito a fare ancora peggio. E in Ducati iniziano a chiedersi se abbiano fatto la scelta giusta a puntare su di lui.