Martin-Bagnaia-Bastianini (e Marquez): sotto a chi tocca
Mancano 222 punti.
MISANO ADRIATICO - Pecco che non deve sbagliare, Jorge che non può sperare, Enea che ora sa di poter sognare e Marc che sta alla finestra… ad aspettare. Un po’ come i quattro al bar cantati da Gino Paoli, anche se i nostri non sono proprio amici (e Marc lo è meno di tutti) e nonostante uno sguardo alla classifica farebbe pensare più al cinematografico “Una poltrona per due” con protagonista Eddie Murphy.
Quattordici gare alle spalle, sei davanti e quasi neppure il tempo di rifiatare, visto che, da qui al gran finale di Valencia del 17 novembre, ci saranno solo due domeniche nelle quali i nostri eroi potranno permettersi di staccare un po’ la spina. Una volata già partita domenica a Misano, con Jorge Martin che ha dato un altro strappo, dopo quelli già rintuzzati da Francesco Bagnaia, e chissà che non possa essere quello buono. Perché anche se i 24 punti, in questo momento, sono poco più di niente, con 222 ancora in ballo, questo Martin sembra molto più coriaceo ed emotivamente impenetrabile di fronte alle difficoltà. Mentre Bagnaia, al netto di quella che sembrerebbe una piccola superiorità tecnica, non sembra ancora essersi liberato del vizio – capitale per un pilota di moto – dell’impazienza. Non ha avuto l’accortezza di frenarsi un attimo, nella carambola di Aragon con Alex Marquez (dove, per inciso, il maggior responsabile della collisione è stato lo spagnolo di Gresini). Non si è trattenuto domenica a Misano (con il dubbio di una caduta comunque strana, da dritto), in quella che era una furibonda rimonta.
A Mandalika, dove nel weekend si corre il GP dell’Indonesia, gli occhi saranno principalmente puntati su Pecco e Jorge, che lo scorso anno furono i grandi protagonisti, nella buona e nella cattiva sorte. Ma intanto, zitti zitti, sia Bastianini sia Marquez, approfittando degli inciampi dei due là davanti, stanno rosicchiando punti su punti.
Dal Mugello, salvo le difficoltà ad Aragon, Enea non ha mai fatto peggio del quarto posto, con due vittorie la domenica e una il sabato. Così come Marc, che a partire dalla doppietta nel suo Motorland ha cambiato passo, convincendosi che sì, anche se la sua Desmosedici non è la 24 (ma neanche totalmente la 23), qualche chance ce l’ha anche lui. Anche perché, nel caos che spesso ci regalano le gare lontano dall’Europa (e un grosso jolly se lo giocherà a Motegi e Phillip Island), adesso che il gioco diventa pesante, qualcuno può anche solo immaginare che Marquez non salirà sull’ottovolante che porterà al Mondiale?