La conduzione degli affari passò in seguito al figlio di Giacomo, Achille Groppi, che si rivelò essere un grande appassionato di arte egizia con una collezione sempre più raffinata. Era affascinato inizialmente soprattutto dai mosaici a pasta vitrea con raffigurazioni di animali e personaggi, ma mostrò poi interesse pure verso oggetti in pietra e bronzo anche di dimensioni maggiori.
La collezione era finora nota agli specialisti, ma non al pubblico e mette in luce anche un'interessante storia dell'emigrazione svizzera, ha spiegato ieri in una conferenza stampa il direttore dell'Antikenmuseum, Peter Blome. Un'emigrazione terminata nel 1981, quanto i discendenti di Groppi lasciarono le attività in Egitto. Rimasta è invece in gran parte la collezione: alcuni pezzi vennero venduti nel 1993, ma gli altri 160 sono rimasti di proprietà della famiglia.
Nei locali del museo - aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 17, www.antikenmuseumbasel.ch - si possono ammirare gli oggetti in questione ma anche tante fotografie sulla storia della famiglia. L'esposizione ha già fatto tappa, da gennaio ad aprile, ad Hannover.