L'Associazione Uniti dal Diritto pretende un passo indietro dell'ex consigliere federale che in un'inserzione aveva aspramente criticato la politica elvetica in vista delle votazioni del 25 novembre
LUGANO - «Blocher chieda scusa. La Svizzera non è un Paese di corrotti e despoti». L'Associazione Uniti dal Diritto, fondata da diverse personalità del mondo giuridico ticinese - tra cui anche l'ex procuratore generale John Noseda - per combattere l'inziativa “giudici stranieri” in votazione federale il 25 novembre 2018, reagisce con rabbia all'inserzione che l'ex consigliere federale ha fatto recentemente pubblicare su vari giornali. «Blocher - scrive l'Associazione - accusa di corruzione i politici svizzeri a tutti i livelli. La Svizzera secondo lui sarebbe despotica e corrotta, così come evidentemente i suoi cittadini che si mettono a disposizione per fare politica nei Comuni, nei Cantoni e a Berna».
Affermazioni intollerabili per l'associazione che pretende un passo indietro a tutti i livelli da parte del politico. «Blocher chieda scusa, per avere insultato i politici svizzeri come dei corrotti. Chieda scusa ai suoi colleghi in Parlamento. Chieda scusa ai suoi colleghi di partito. Chieda scusa ai suoi ex-colleghi in Consiglio federale. Chieda scusa ai suoi concittadini che votano, per fortuna, ancora liberamente».
Una presa di posizione dura che si conclude con una promessa: «No, non siamo corrotti e anche solo per difendere tutti i cittadini Svizzeri dalla sua accusa di corruzione e dittatura, ci impegneremo a votare no il 25 novembre alla sua iniziativa».