Lo ribadisce l'Ufficio federale di sanità. Perché alcuni impianti sembrano non averlo capito
BERNA - Constatando che in numerose stazioni sciistiche gli impianti continuano a funzionare anche oggi, l'Ufficio federale della sanità pubblica mette i puntini sulle i: l'ordinanza emanata ieri dal Consiglio federale, che tra l'altro vieta con effetto immediato eventi con oltre 100 persone, riguarda anche strutture ricreative per gli sport invernali.
«Il Consiglio federale mantiene la propria posizione» in questo ambito, si legge in una nota diramata oggi dal'UFSP, che suona come una tirata d'orecchi ai gestori che hanno scelto di far funzionare funivie e impianti di risalita di ogni genere.
In alcuni cantoni, i comprensori sciistici hanno cessato l'attività come prevede l'ordinanza del Consiglio federale; in altri, invece, l'attività è ancora parzialmente possibile. «Le misure introdotte dal Consiglio federale tuttavia sono chiare: esse si applicano dal 13 marzo 2020 anche ai comprensori sciistici», indica la nota.
Il divieto è volto a impedire grandi raduni, riducendo così il rischio di infezione. Le stazioni sciistiche e altre strutture per il divertimento e il tempo libero in cui si trovano più di 100 persone simultaneamente devono essere chiuse, ribadisce l'UFSP. «Se i gestori non possono garantire il rispetto di questo requisito, le stazioni sciistiche devono cessare immediatamente l'attività. L'Ufficio federale della sanità pubblica chiede a coloro che sono ancora aperti di chiudere immediatamente».