Gli operatori chiedono l'intervento della politica: «Le aziende competitive hanno bisogno di prospettive»
Il numero dei fallimenti potrebbe essere molto elevato, il Ticino è tra le regioni più a rischio
BERNA - «Enormi perdite di fatturato e un’occupazione insolitamente bassa in tutta la Svizzera»: è quello che incombe sul turismo svizzero secondo alcuni operatori (HotellerieSuisse, GastroSuisse, Funivie Svizzere e l’Associazione svizzera dei manager del turismo) che, riuniti sotto le insegne della Federazione svizzera del turismo, hanno sondato l'attuale situazione del settore.
Un'indagine nata dalla collaborazione con Svizzera Turismo e l’Institut für Tourismus della Fachhochschule Westschweiz Wallis (HES-SO Valais-Wallis), alla quale hanno partecipato circa 3500 aziende, offre risultati «allarmanti»: il ramo alberghiero prevede che a maggio l’occupazione sarà del 9% e in estate non andrà molto meglio (tra il 20 e il 24%). Il 75% delle prenotazioni per maggio e giugno è stato già cancellato. I fatturati reagiscono di conseguenza. Stando a una nuova previsione di HES-SO, il settore turistico subirà infatti perdite pari a 8,7 miliardi di franchi solo per il periodo tra marzo e giugno.
Misure attuali, «un sostegno limitato» - Il 79% degli intervistati ha confermato di sfruttare il lavoro ridotto. Nel caso delle funivie, dei ristoranti e degli alberghi la quota sale addirittura al 90 percento. «Salta all’occhio come solo il 41% degli intervistati abbia richiesto i crediti erogati per l’emergenza» affermano le associazioni. Questo strumento è diffuso nel 49% delle aziende della ristorazione e nel 45% di quelle alberghiere.
«Molte PMI temono un aumento dell’indebitamento e degli interessi, per questo i crediti per l'emergenza non vengono sfruttati appieno», afferma Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse. Il 64% delle aziende dichiara che tale strumento è in grado di coprire i costi fissi solo fino alla fine di giugno. Sino ad allora il grado d'indebitamento di tutti gli intervistati del settore alberghiero e della ristorazione è salito dal 24 al 38%, che per gli alberghi di alcune regioni sale al 50%. «Il settore del turismo chiede perciò che i crediti Covid-19 senza formalità vengano concessi a interessi zero per tutto il periodo di rimborso affinché possano essere risolti i problemi di liquidità delle aziende economicamente sane. Inoltre sollecita il Parlamento a decidere, secondo la procedura ordinaria, un esonero dal rimborso di tali crediti nei casi più gravi».
«La politica può evitare l’ondata di fallimenti» - Il rischio di fallimento resta notevole in conseguenza dei problemi di liquidità, che si acuiranno alla fine di giugno, e dell’aumento (talvolta drastico) dell’indebitamento. A livello nazionale, il 23% circa degli intervistati considera alta la probabilità di fallimento. Il fenomeno interessa soprattutto la Svizzera occidentale, il Ticino e la regione di Basilea. Sono più di 30mila i posti di lavoro a rischio e la situazione è particolarmente critica nel settore alberghiero e della ristorazione.
Le associazioni del turismo chiedono quindi alla politica un’estensione delle misure di sostegno finanziario, da inserire in un programma di promozione della congiuntura. Il pacchetto potrebbe contemplare, ad esempio, un adeguamento dell’IVA nel ramo della gastronomia sulla falsariga del modello tedesco. «Le aziende competitive e sane hanno bisogno di prospettive per la fase post-coronavirus», dichiara Andreas Züllig, presidente di HotellerieSuisse.
Il settore turistico aveva richiesto chiarezza e un orizzonte di pianificazione certo in una lettera aperta alla Presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga e al vertice per il turismo del 26 aprile. Questa settimana tali richieste sono state parzialmente ascoltate. I ristoranti potranno infatti riaprire l’11 maggio. Gli altri comparti del turismo non possono invece pianificare con certezza. Ma questa certezza serve ora. «Solo così si può evitare che il settore turistico collassi in estate. La popolazione deve essere messa subito in condizioni di programmare le vacanze nel proprio paese e di sfruttare tutta l’offerta turistica», afferma Nicolo Paganini, presidente della Federazione svizzera del turismo. E aggiunge: «La salute di ospiti e collaboratori resta però la massima priorità».
Promozione della domanda - La riapertura impone il varo di un programma di promozione della domanda da parte della Confederazione, richiede la Federazione svizzera del turismo. L'incertezza non invita gli ospiti a programmare le vacanze. «Il settore approfondirà questo effetto psicologico (non appena la tutela della salute lo consentirà) e indicherà ai potenziali clienti in Svizzera e all’estero dove poter fare vacanza in sicurezza nel nostro paese». Hans Wicki, presidente di Funivie Svizzere, spiega: «Il programma d'incentivazione è necessario affinché, dopo questa fase di tensione, la gente non abbia remore a prenotare una vacanza e ritrovi la voglia di fare villeggiatura in Svizzera». Allo stesso tempo occorrerà riprendere a breve la copertura dei mercati esteri, i cui clienti devono programmare con un anticipo anche di sei mesi rispetto alla data del viaggio. La concorrenza internazionale, infatti, si contenderà strenuamente i viaggiatori.