«Dobbiamo analizzare bene se questo aiuta davvero le squadre» ha dichiarato la consigliera federale Viola Amherd
BERNA - La ministra dello Sport Viola Amherd sta valutando la possibilità di fornire assistenza finanziaria ai club per compensare le perdite di entrate derivanti dalle partite a porte chiuse.
«Dobbiamo analizzare bene se questo aiuta davvero i club», dice in un'intervista pubblicata oggi da domenicale SonntagsZeitung. Attualmente sono in corso trattative con le principali associazioni sportive per trovare soluzioni globali.
Comunque - ricorda - lo sport professionistico riceve già l'aiuto statale. A breve termine i club sportivi possono tenersi a galla con il lavoro a tempo ridotto e i crediti di liquidità offerti dalla Confederazione.
Il domenicale riporta che secondo il presidente della Swiss Football League il settore del calcio avrebbe bisogno di 200-250 milioni di franchi sotto forma di crediti e garanzie.
Riguardo alla possibilità di riprendere il campionato di calcio professionisti in giugno, Viola Amherd precisa che tutto dipenderà dall'evoluzione delle infezioni di Covid-19 e che il Consiglio federale si esprimerà in merito a fine maggio.
Viola Amherd, che è anche ministra della Difesa, propone inoltre che in futuro le forze armate siano più coinvolte nella prevenzione delle pandemie, ad esempio producendo autonomamente maschere o medicinali. Un'altra possibilità sarebbe quella di concludere contratti con l'industria farmaceutica per garantire le forniture mediche, dice.
Negli scorsi decenni - sottolinea - abbiamo sempre supposto che in caso di urgenza potevamo scovare il materiale medico da qualche parte. La crisi attuale ci ha però mostrato che ciò non è sempre vero. Ora dobbiamo pensare seriamente a come assicurare l'approvvigionamento e fare in modo che una maggiore quantità del materiale in questione venga prodotto localmente.
Riguardo al fatto che dopo l'epidemia di SARS-CoV-2 la Confederazione dovrà risparmiare, Viola Amherd dice che l'esercito non farà eccezione, ma che non si dovrà risparmiare sulla difesa dello spazio aereo. Quale ministro della difesa non può assumersi una responsabilità del genere. Bisognerà vedere chi, dove e quanto si può risparmiare. E - aggiunge - bisogna anche tener conto che l'esercito nei decenni scorsi ha dovuto sopportare massicci tagli di budget.