Due metri di distanza? Mascherina obbligatoria? Su treni, bus e tram ci si prepara all'affollamento di lunedì
Le associazioni del trasporto pubblico sono critiche. Le FFS: «Non possiamo fare i controllori delle mascherine»
BERNA - Due metri di distanza, oppure la mascherina. È con questo binomio che le FFS e AutoPostale vogliono contenere il virus sui mezzi pubblici. A partire da lunedì treni e bus riprenderanno a circolare a pieno regime. A Lugano le TPL si preparano a distribuire gratuitamente mascherine protettive.
Il piano per i trasporti pubblici presentato il 30 aprile dalle FFS non ha mancato di sollevare critiche. Secondo il consigliere nazionale Bastien Girod (Verdi) per i pendolari è «semplicemente impossibile rispettare il distanziamento sociale» ha twittato. AutoPostale lo ammette pubblicamente: «In molti autopostali la regola della distanza non è praticabile. Ecco perché raccomandiamo ai passeggeri di indossare una mascherina protettiva».
Frank Zimmermann, dell'Associazione dei trasporti pubblici Igöv, concorda sul fatto che da settimana prossima «le situazioni a rischio potranno aumentare». Ma fa appello al buonsenso: «Ci saranno sempre situazioni critiche. Dobbiamo convivere con il virus». In particolare il problema si presenta sui bus o sui tram, dove lo spazio è più ristretto. «Sui treni c'è sempre la possibilità di cambiare vagone».
Anche alla fermata del bus o alla banchina della stazione sarà importante mantenere le distanze. «I pendolari dovranno assicurarsi di essere ben distribuiti» spiega Zimmermann. «Questo vale anche per il treno». Negli orari di punta tuttavia le cose si complicano. Per questo il Piano di protezione nazionale invita i pendolari a prediligere, se possibile, le fasce orarie meno affollate.
E se qualcuno tossisce senza maschera, o si siede di fianco a un altro passeggero senza il suo consenso? Le compagnie di trasporto pubblico si affidano alla responsabilità individuale. Il capo delle FFS Vincent Ducrot ha sottolineato che macchinisti e controllori non sono agenti di polizia. «I passeggeri verranno sensibilizzati con cortesia».
Anche il portavoce di AutoPostale Ben Küchler fa appello alla responsabilità personale: «I nostri autisti non sono addestrati dal punto di vista medico e non possono assumersi la responsabilità delle persone con la tosse. Chiediamo sinceramente a tutte le persone con sintomi influenzali di rimanere a casa e di non utilizzare i mezzi pubblici». In caso di problemi, il personale di bordo può rivolgersi alla Polizia dei trasporti o alla Polizia locale.
Aumentare la frequenza delle corse, o la capienza dei mezzi, è difficile. «Cercheremo di intensificare il servizio. Ma abbiamo pochi veicoli di riserva e non tutti i percorsi possono essere potenziati con veicoli aggiuntivi» spiega AutoPostale. Anche le FFS hanno precisato che ci sono delle limitazioni dovute alla lunghezza delle piattaforme.
La prima soluzione è quindi la mascherina. «Sarebbe uno strumento efficace, ma temo che molti pendolari non la indosseranno. Mettendo così a rischio le persone fragili» commenta Bastien Girod. Controllare che tutti i passeggeri siano debitamente mascherati è, tuttavia, un compito che le compagnie di trasporto pubblico non vogliono assumersi. Per Ducrot (FFS) sarebbe «senza senso» oltre che infattibile. «Perché in un vagone dove viaggiano appena dieci pendolari questi ultimi dovrebbero indossare una maschera?» ha chiesto provocatoriamente giovedì in conferenza stampa.