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SVIZZERALasciare i dati al ristorante? «Serve una base legale»

08.05.20 - 08:26
Mister Dati ha posto il suo veto e l'esecutivo ha fatto marcia indietro con GastroSuisse. Resta la volontarietà
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
Lasciare i dati al ristorante? «Serve una base legale»
Mister Dati ha posto il suo veto e l'esecutivo ha fatto marcia indietro con GastroSuisse. Resta la volontarietà

BERNA - Fornire i propri dati al ristorante deve essere una scelta personale e non un obbligo. Lo sostiene l'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza Adrian Lobsiger, secondo cui non c'è una base legale per imporre agli esercenti controlli di identità sulla clientela. «Se nell'ambito delle misure di deconfinamento legate al coronavirus il governo vuole costringere ristoratori e avventori ad agire così deve creare una base giuridica», dichiara Lobsiger in un'intervista diffusa oggi dal quotidiano Le Temps. «Non escludo che possa farlo in tempi stretti», aggiunge.

Secondo informazioni del Blick e della Neue Zürcher Zeitung, Lobsiger ha posto il suo veto all'obbligo di lasciare nome, cognome e numero di telefono voluto dall'esecutivo, che dunque avrebbe fatto marcia indietro, abbandonando per ora tale normativa.

Il passaggio alla volontarietà è stato sancito in un colloquio fra Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse, e il ministro della sanità Alain Berset. I ristoranti potranno riaprire lunedì a condizione di rispettare una serie di misure elaborate dal settore e dagli uffici federali. Una "vittoria" celebrata anche dal presidente di GastroTicino.

Qualora invece vi fossero le basi legali per introdurre tale imposizione, pur se non entusiasta, Mister dati afferma che non si opporrebbe. Se il Consiglio federale agisce nella legalità, «non avrei altra scelta che accettare la decisione», constata Lobsiger.

Sulle colonne di Le Temps Mister dati si dice inoltre soddisfatto dell'app DP-3T, attualmente in fase di sviluppo da parte del Politecnico federale di Losanna (EPFL) e che servirà a ricostruire la catena dei contagi. «Finora tutto quello che abbiamo visto è accettabile: un sistema il più decentralizzato possibile, un anonimato preservato e una base volontaria». Insomma, la struttura tecnica è corretta, «ma dobbiamo ancora esaminare l'applicazione nella pratica», avverte Lobsiger. Una prima versione dovrebbe essere pronta lunedì, mentre una definitiva seguirà entro la fine di maggio. Basata sul Bluetooth, l'app registra ogni contatto con individui avvenuto a meno di due metri di distanza per oltre 15 minuti. In caso di contagio di uno di questi, il proprietario dello smartphone viene informato con una notifica.

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