Il numero delle persone positive al virus sale a quota 30'658. 1'630 i morti
BERNA - Un altro giorno con un numero di contagi basso, anche se più alto rispetto a ieri: nelle ultime ventiquattro ore in Svizzera sono infatti stati registrati 40 nuovi casi accertati, come rende noto oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Il numero complessivo delle persone positive al virus è salito a quota 30'658.
Ieri, lo ricordiamo, i nuovi contagi erano 21. Lunedì 10 e domenica 15. Tutti numeri più bassi rispetto alle 58 infezioni registrate lo scorso sabato.
Per quanto riguarda i decessi legati al Covid-19, oggi l'UFSP ne segnala 16. Dall'inizio della pandemia, complessivamente ci sono state 1'630 vittime. Un dato, questo, che corrisponde a 19 morti per 100'000 abitanti. Anche se le cifre ufficiali fornite dall'UFSP divergono da quelle divulgate direttamente dai cantoni e raggruppate in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. Secondo quest'ultimo, infatti, i decessi sarebbero 1'891.
In tutta la Svizzera i tamponi sinora eseguiti sono 355'393. Di questi il 10% è risultato positivo al nuovo coronavirus. «Più test, positivi o negativi, - precisano le autorità federali - possono essere fatti alla stessa persona».
344 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni hanno rallentato nelle ultime settimane. Oggi nessuna persona è morta a causa del Covid-19 e si sono riscontrati solo due nuovi casi. Il nostro cantone rimane comunque tra le regioni più colpite della Confederazione con 3'287 casi positivi e 344 decessi. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione: solo Ginevra ha infatti un numero di contagi maggiore al nostro calcolato su centomila abitanti.
Ospedalizzazioni - Sinora sono 3'912 le persone ricoverate e risultate positive al Covid-19. Su 3'375 pazienti ospedalizzati con dati completi, l'86% aveva una o più malattie preesistenti rilevanti. Le patologie citate più frequentemente sono l'ipertensione arteriosa (53%), le malattie cardiovascolari (33%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi citati più frequentemente sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (41%). Il 46% dei casi aveva la polmonite.
Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'630 persone. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile (58%). Il numero di morti per milione di abitanti è «fino a tre volte superiore tra gli uomini rispetto alle donne a seconda dell'età», precisa l'UFSP. «L'incidenza è molto bassa nei pazienti sotto i 60 anni, ma aumenta rapidamente con un picco in quelli di 80 anni e più». L'età delle vittime varia dai 31 ai 108 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'550 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (57%) e il diabete (26%).
Aumentano le visite mediche - La scorsa settimana, l'1,2% di tutte le consultazioni negli studi medici o delle visite a domicilio hanno avuto luogo per sospetta infezione da nuovo coronavirus. Rispetto alla settimana precedente, questo tasso è aumentato. La settimana scorsa, i medici del sistema di segnalazione Sentinella hanno segnalato 12 consultazioni a causa del sospetto di Covid-19 su 1000 consultazioni. Estrapolato all'intera popolazione, ciò corrisponde a circa 85 consultazioni ogni 100'000 abitanti, precisa oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
In totale, dal 29 febbraio ci sono state con i fornitori di cure primarie circa 167'000 consultazioni per il virus Sars CoV 2. La settimana scorsa, l'incidenza è stata più alta tra i bambini dai 5 ai 14 anni. Il tasso di pazienti con sospetta infezione e aumento del rischio di complicazioni era però più alto tra quelli di età superiore ai 65 anni, aggiunge l'UFSP. Oltre alle visite in ambulatorio o a domicilio, i medici Sentinella sono stati consultati telefonicamente. Un quinto di tutte le chiamate erano relative al Covid-19. Secondo il rapporto dell'UFSP, nel 23% dei casi è stato ordinato l'auto-isolamento a casa.