Per combattere la progressione dei contagi il Governo annuncia anche la quarantena per chi viaggia in Paesi a rischio.
Berset: «Eravamo tra le poche nazioni a non aver preso questo provvedimento». E sulla quarantena: «L'Ufsp farà una lista delle nazioni più a rischio».
BERNA - La richiesta era giunta da più parti. La Task Force elvetica sul Covid-19 e vari esperti nel settore ne avevano chiesto l'obbligatorietà a gran voce negli scorsi giorni. E ora, dopo vari tentennamenti e con il numero delle infezioni in costante progressione - oggi sono 137 -, anche il Consiglio federale ha deciso che l'utilizzo della mascherina, in determinate situazioni, va reso obbligatorio.
La mascherina sul volto diventerà quindi un vincolo imprescindibile per chi vorrà salire su un mezzo pubblico dal prossimo 6 luglio. «Gli utenti a partire dai 12 anni - precisa Simonetta Sommaruga - dovranno indossare la mascherina sul treno, sul tram e sull’autobus, nonché a bordo degli impianti di risalita e dei battelli. L'obbligo vige indipendentemente dal numero di persone che si trovano sui mezzi». Sommaruga ha spiegato che l'obiettivo del Consiglio federale è di «rafforzare la prevenzione» per evitare una progressione dei contagi. «Il virus è ancora presente e si diffonde rapidamente. Chi va in discoteca, può passarlo ad altri. Alcuni viaggiatori lo hanno invece importato dalle vacanze».
Un'isola in Europa - Alain Berset, capo del dipartimento dell'interno, ha confermato che queste nuove disposizioni sono una conseguenza diretta della progressione dei casi avvenuta in queste settimane. Ma non solo. «La Svizzera era una delle poche nazioni che non avevano ancora attuato questo obbligo. Con l'apertura delle frontiere e l'aumento del turismo abbiamo deciso di rendere obbligatorie le mascherine, visto che gli spostamenti nelle prossime settimane aumenteranno sempre di più». Simonetta Sommaruga ha poi ricordato che il provvedimento era già stato preso da alcuni cantoni e non avrebbe avuto senso «non allargarlo a livello svizzero».
Quarantena da regioni a rischio - Il Consiglio federale ha pure inserito l'obbligo di quarantena per i viaggiatori che provengono da determinate regioni. Le persone interessate dal provvedimento vengono informate in modo mirato sull’aereo, sull’autobus e alle frontiere e sono tenute a notificare la loro entrata all’autorità cantonale competente. «Abbiamo rilevato che da metà giugno - spiega Berset - delle persone si sono ammalate all'estero e hanno diffuso la malattia in Svizzera». Berset spiega che con l’inizio delle vacanze è importante introdurre la quarantena per chi torna da determinati Paesi. «L’Ufficio federale di sanità pubblica - sottolinea il Capo del DFI - farà un elenco delle nazioni più a rischio, che verrà costantemente aggiornato a dipendenza di come procede la pandemia». Sulla lista, ipotizza Berset, potrebbero comparire Paesi come la Serbia o la Svezia.
Revoca restrizione per 15 Stati - Il Consiglio federale ha anche preso atto delle raccomandazioni dell'Ue sulla revoca, dal primo luglio, delle restrizioni d'entrata per 15 Stati. La Svizzera si allineerà a queste raccomandazioni, ma soltanto dal 20 luglio ed escludendo la Serbia. Da quella data saranno tolti dall'elenco dei Paesi a rischio Algeria, Australia, Canada, Corea del Sud, Georgia, Giappone, Marocco, Montenegro, Nuova Zelanda, Ruanda, Thailandia, Tunisia, Uruguay e gli Stati UE non appartenenti a Schengen, ovvero Bulgaria, Cipro, Croazia, Irlanda e Romania. «In applicazione delle raccomandazioni dell'Ue precisa il Governo - la Cina sarà tolta dall'elenco quando garantirà la reciprocità dei diritti d'entrata per i cittadini svizzeri».
Mutuo da 550 milioni per le FFS - Il Consiglio federale ha deciso di aiutare le FFS a superare un grave problema di liquidità. Le misure per la lotta al coronavirus hanno causato un crollo nella domanda dei trasporti pubblici. Durante il lockdown hanno infatti ridotto la propria offerta del 25%. In qualità di proprietaria delle FFS, la Confederazione è tenuta a evitare che l'impresa diventi insolvente. L'azienda può dunque acquisire dalla Confederazione ulteriori 550 milioni di franchi sotto forma di mutuo con una durata massima di un anno e remunerato al tasso d'interesse usuale sul mercato. La solvibilità delle FFS sarà così garantita fino a fine 2020. In autunno l'azienda presenterà una nuova pianificazione aziendale per il periodo 2021-2026.
Indennità per lavoro ridotto - Nella conferenza stampa, il Consiglio federale ha pure precisato di aver deciso di prolungare la durata massima per beneficiare delle indennità per il lavoro ridotto da 12 a 18 mesi. «Abbiamo scelto questa misura - precisa Ueli Maurer - per dare più tempo alle imprese di beneficiarne». Questa modifica scatterà dal primo settembre e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2021.
Pigione dei locali pubblici divisa - Il Governo federale si è pure chinato sul problema del pagamento delle pigioni dei locali commerciali durante la pandemia. «I costi derivanti dall'affitto - precisa Guy Parmelin - dovranno essere ripartiti tra locatari e locatori. I primi dovranno versare il 40% della pigione, mentre il restante 60% sarà preso a carico dai proprietari».
Deficit di un miliardo - Nelle ultime sedute il Consiglio federale si è occupato anche di politica finanziaria. Per il 2021 è atteso un deficit di un miliardo di franchi. L’Esecutivo ha inoltre discusso del debito dovuto alla pandemia di Covid-19 ed è convinto che tale debito potrà essere ridotto senza aumentare le imposte. A fine anno, basandosi su una panoramica della situazione politico-finanziaria, prenderà una decisione concreta sulla riduzione del debito.
Consiglieri federali presenti:
Simonetta Sommaruga, presidente della Confederazione, capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC)
Alain Berset, consigliere federale, capo del Dipartimento dell’interno (DFI)
Guy Parmelin, consigliere federale, capo del Dipartimento dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR)
Ueli Maurer, consigliere federale, capo del Dipartimento delle finanze (DFF)