Il padre del giovane ha ringraziato le truppe elvetiche per il sostegno e il supporto
«Mio figlio è morto facendo qualcosa che voleva davvero fare»
NEUCHATEL - È passata una settimana dalla morte di una recluta 21enne durante una marcia a Isone.
Sette giorni dopo, il padre della vittima ha rilasciato una dichiarazione al Blick, sottolineando che per lui «l'esercito non ha colpe», e ringraziando le truppe elvetiche per il loro continuo sostegno e supporto in questi momenti difficili.
Per la recluta 21enne, che amava l'addestramento, era solo la seconda settimana tra le fila dell'esercito. «Mio figlio è morto facendo qualcosa che voleva davvero fare. Era motivato a completare il percorso di granatiere» ha raccontato il padre, aggiungendo che «aveva scelto questa strada per dimostrare a se stesso che ce l'avrebbe fatta. Mi ha reso orgoglioso».
In seguito, il ragazzo ambiva a diventare una guardia di frontiera.
Nel frattempo, le indagini della Giustizia Militare continuano, dal momento che non è ancora chiara la causa della morte del ragazzo, di giovane età e ottima condizione atletica. Come conferma il padre, «mio figlio era in perfetta salute».
Il giovane, originario del Canton Neuchâtel, è stato sepolto nel corso di una cerimonia strettamente privata, ha spiegato la famiglia.