Il consigliere di Stato ginevrino non intende ricorrere contro la decisione del partito di escluderlo.
Maudet continuerà a lavorare in governo senza l'appoggio di un partito. «Sono stato eletto dal popolo e rivendico la mia indipendenza. Continuerò a lottare per l'interesse comune».
GINEVRA - Il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet non farà ricorso contro la sua esclusione dal PLR ginevrino decisa all'inizio di luglio dal comitato direttivo del partito. Maudet ha annunciato la sua decisione oggi in un'intervista rilasciata al settimanale gratuito GHI.
Maudet aveva 30 giorni di tempo per opporsi alla sua esclusione, ricorrendo presso l'assemblea generale del PLR ginevrino. Il consigliere di Stato ha ora abbandonato l'idea di affidarsi alla base del partito, ritenendo «difficile ricorrere su voci».
«Oggi la presidenza del partito non mi ha ancora fornito i motivi obiettivi e comprovati sui quali poggia la decisione sbrigativa del comitato direttivo», rileva Maudet, attualmente capo del Dipartimento dello sviluppo economico del cantone di Ginevra.
Il consigliere di Stato ha anche deciso di gettare la spugna, poiché teme che dispute di parte, che a suo avviso sono un regolamento di conti personali, «possano distogliere l'attenzione dalle questioni reali legate alla crisi economica attuale e futura, in particolare in termini di occupazione e riforme».
Indipendenza rivendicata - Maudet lavorerà quindi in governo senza l'appoggio di un partito «Rivendico la mia indipendenza», ha sottolineato. «Eletto dal popolo in una votazione a maggioranza due anni fa, continuerò a battermi per l'interesse comune». Ha ricordato che è la qualità dei progetti a determinare se siano sostenuti o meno dal Parlamento.
Il caso Maudet impegna la politica ginevrina da due anni. Il consigliere di Stato si è ritrovato sotto inchiesta del Ministero pubblico ginevrino per sospetta accettazione di vantaggi. La procura ha annunciato il mese scorso la sua intenzione di rinviarlo a giudizio e spedirlo sul banco degli imputati.
Il caso - A Maudet viene essenzialmente rimproverato un lussuoso viaggio del 2015 ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, che ha fatto con la sua famiglia tutto pagato da uno sceicco locale, principe ereditario membro della casa regnante, per assistere a un Gran Premio di Formula 1. La procura è invece sul punto di abbandonare la parte dell'inchiesta sul finanziamento delle attività politiche.