Alla sbarra del Tribunale penale federale di Bellinzona saranno presenti Jérôme Valcke e Nasser Al-Khelaifi.
L'ex segretario generale è accusato di amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti e corruzione passiva. L'attuale presidente del PSG dovrà invece spiegare i motivi per cui nel 2013 concesse l'uso esclusivo della sua villa in Sardegna a Valcke.
BELLINZONA - Si apre oggi presso il Tribunale penale federale (TPF) il processo nei confronti dell'ex segretario generale della Federazione internazionale di calcio (FIFA) Jérôme Valcke, del presidente di PSG Nasser Al-Khelaifi e di un uomo d'affari greco. Quest'ultimo, però, non era presente davanti alla corte di Bellinzona. Il motivo? Due certificati medici fatti pervenire ai giudici che attestano due recenti interventi al cuore subiti dall'ellenico.
Difeso da Patrick Hunziker, Valcke è accusato di amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti e corruzione passiva, il tutto ripetuto più volte. È sospettato di aver accettato indebiti vantaggi dagli altri due imputati in relazione all'assegnazione dei diritti televisivi per diversi campionati mondiali e altre competizioni FIFA.
Nel 2013 Nasser Al-Khelaifi, proprietario dell'emittente Al-Jazeera e di Bein Media Group, avrebbe promesso a Valcke l'uso esclusivo di una villa in Sardegna, acquistata per lui proprio dal qatariota. "Villa Bianca", del valore di cinque milioni di euro, doveva essere ceduta in piena proprietà al francese dopo due anni, d'intesa tra i due uomini.
In cambio il braccio destro dell'ex presidente della FIFA Sepp Blatter si sarebbe impegnato a fare tutto il possibile affinché Al Jazeera Sports, nel frattempo ribattezzata Bein Sports, ottenesse i diritti per i Mondiali di calcio del 2026 e del 2030 per il Medio Oriente e il Nord Africa. Concretamente, Valcke avrebbe avviato trattative direttamente con il gruppo qatariota, senza pubblicare un bando di gara come previsto dal regolamento della federazione.
L'uomo d'affari greco è da parte sua accusato di aver effettuato tre pagamenti per un totale di 1,25 milioni di euro a Sportunited, di cui Valcke era azionista unico. Questi versamenti erano destinati a garantire alla società MP & Silva i diritti televisivi per i Mondiali del 2018, 2022, 2026 e 2030 per l'Italia, così come per diverse altre competizioni.
Secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), la concessione di questi vantaggi giustifica la comparsa davanti alla corte di Nasser Al-Khelaifi per istigazione ad amministrazione infedele aggravata. Il qatariota sarà difeso dal duo di avvocati ginevrini formato da Grégoire Mangeat e Marc Bonnant.
Oltre all'accettazione di questi vantaggi, Valcke è pure accusato di ripetuta falsità in documenti per aver compilato il bilancio della sua società Sportunited definendo prestiti le bustarelle ricevute.
La FIFA, parte civile, chiede al suo ex segretario generale una somma compresa tra 1,4 e 2,3 milioni di euro corrispondenti all'utilizzo di Villa Bianca e di altri vantaggi, nonché, assieme l'imprenditore greco, un importo di 1,25 milioni di euro.
La Procura non ha ancora annunciato le richieste di pena. Il procuratore federale Joel Pahud le rivelerà nel suo atto d'accusa.
Come per il primo processo FIFA, conclusosi in primavera, anche questo procedimento è minacciato dalla prescrizione, che entrerà in vigore nel novembre 2020.
Come gli ex capi della Federazione calcistica tedesca (DFB) Theo Zwanziger, Horst R. Schmidt e Wolfgang Niersbach, e come il suo predecessore alla FIFA Urs Linsi, anche Valcke ha tentato di perdere tempo, presentando invano diverse richieste di ricusazione nei confronti dell'ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e dei suoi collaboratori.